domenica 7 maggio 2017

Invasione di fiori

Tenerezza infinita.
Poi qualcuno gli avrà spiegato la differenza tra organizzazioni governative, non governative e intergovernative.

All'epoca in cui il business dei migranti (diamogli il nome che in fondo gli spetta) era agli albori, le organizzazioni per i diritti civili in Inghilterra furono allertate circa il fatto che i rimpatri cosiddetti assistiti erano spesso tali solo in teoria. I soldi destinati al reinserimento nei Paesi di provenienza, che dovevano essere impiegati per educare, formare al lavoro e restituire una casa a quelli che rientravano, in realtà venivano trafugati e gli assistiti finivano di nuovo in giri criminali o ad essere torturati nelle prigioni di stato. Ovviamente il dito venne puntato contro l'Iom che ha il monopolio in materia. Furono presentate diverse denunce ma Scotland Yard non riuscì a mettere insieme prove tali da imbastire un processo.
Sono tutte vicende ampiamente documentate dai racconti dei profughi e che non sfuggono all'attenzione degli apparati di sicurezza e dei governi. I ministri Alfano e Minniti di certo sono a  conoscenza di certe dinamiche. Ma al prefetto Morcone che va in Niger, viene mostrato quello che appare un paradiso. Difficile provare, sotto il profilo strettamente giudiziario, che non lo sia e chi sia veramente responsabile per la cattiva gestione della questione. L'Iom, qualche suo funzionario corrotto, i funzionari corrotti dei governi di riferimento. E soprattutto è difficile circoscrivere l'entità del danno. Fin dove si spinge il malaffare.

Chi parla però di dossier dei servizi segreti, non conosce il lavoro dell'intelligence e soprattutto non sa come sono soliti muoversi i nostri servizi. I quali non svolgono attività di polizia giudiziaria, ricordiamocelo ogni tanto, e sono deputati alla tenuta globale della sicurezza nazionale. Tenuta che viene messa in pericolo da uscite scriteriate, soprattutto quando il sistema Paese è in balia di altri eventi e scadenze.
Il procuratore Zuccaro, che è lo stesso del processo a Murad al Gazhawi (giova ricordare anche questo perchè poi tutto torna nella storia di un Paese) nelle intenzioni voleva evidentemente lanciare un grido d'allarme su una presunta inadeguatezza del sistema giudiziario o di controllo di certi meccanismi. Lo stesso hanno fatto nei decenni passati i magistrati che si occupavano di mafia, camorra, terrorismo. Ma lo hanno fatto di concerto con gli apparati di sicurezza e anche in momenti difficili della nostra storia. E hanno trovato, nei governi che si sono succeduti nel tempo, un interlocutore valido per promuovere leggi e buone pratiche migliori.
Il governo attuale è quello che manda il procuratore nazionale antimafia a Tirana a dire che bisogna fare pulizia negli apparati statali rosi dalla corruzione. Lo stesso procuratore che adesso si appresta a revisionare, assieme a tutti gli organi competenti, l'impianto di gestione del movimento dei migranti.
Fuor d'ipocrisia è pacifico che le ong lavorino a stretto contatto con gli scafisti, così come è pacifico che i rapimenti vengano risolti dopo il pagamento di un riscatto e grazie a contatti con le bande di rapitori che non s'improvvisano da un giorno all'altro ma sono il frutto di relazioni costruite nel tempo. Fino a che punto si spingono quelle relazioni e quei contatti, e chi ne trae beneficio alla fine, quello deve essere sicuramente oggetto di indagine giudiziaria.
In tutta questa storia ha sbagliato il procuratore Zuccaro a parlare in maniera avventata ma anche il governo a non metterlo nelle condizioni di lavorare con serenità. E i politici e i giornali che spalleggiano l'uno o l'altro al solo scopo di sfruttare la questione.


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