mercoledì 15 febbraio 2017

Adotta un agente segreto

Ma il punto del libro di Caligiuri non è commentare alcuni (spesso ingiusti) casi giudiziari del passato. Il cuore del saggio sta nel tentativo di ragionare su come due attività fisiologicamente lontane l'una dall'altra - oltre che reciprocamente sospettose - possano invece trovare un denominatore comune. Gli uni (i magistrati) non partendo necessariamente dall'idea che l'azione degli altri sia fatalmente illegittima, e gli altri comprendendo che l'attività giudiziaria può essere un utile complemento e conclusione della propria. Capezzone Italiaoggi

Il professor Caligiuri sa come sfruttare il business dell’intelligence.
Il problema della diffidenza si risolverebbe se, ogni volta che un magistrato rivolge una domanda, il malcapitato di turno non alzasse la bandiera bianca del segreto di stato.
Con tutto il rispetto per il fratello del generale Pignero, l’atteggiamento di sprezzo che il dottor Spataro avrebbe avuto nei confronti del dolore alla gola provocato dal cancro scambiandolo per reticenza, è un comportamento assunto da molti investigatori e magistrati nel corso di un interrogatorio. Dinanzi ad un presunto innocente o colpevole, bisogna stabilire al di sopra di ogni ragionevole dubbio il perimetro della presunzione.

Quando ci raccontano la storia dell’attentato sventato, è il procuratore Spataro che sale sulle barricate chiedendo se c’è stato controllo giudiziario. Quando passa sotto silenzio una norma che permette di spifferare ai politici notizie su eventuali indagini, è il procuratore Spataro che si attiva affinché si faccia un passo indietro. Sempre quel cattivone comunista, filo islamista, antiamericanista del procuratore Spataro. Se dovessimo scegliere chi buttare dalla torre tra servizi e magistratura, io mi terrei i magistrati. Almeno garantiscono lo stato di diritto. Dell’intelligence sappiamo poco e niente. E quel poco non suona tanto bene.

Detto per inciso non ci si può presentare dieci anni dopo aver alzato lo scudo del segreto di stato, davanti ad un magistrato mostrando un paio di messaggini di minacce e raccontando la storia dei servizi paralleli e del capo in lacrime con barba lunga e vestaglia, per poi pretendere giustizia. In un Paese civile non funziona così. Ci sono agenti della Cia che stanno pagando con la galera per aver detto cose che non dovevano dire.

Comunque visto che la 124 pare non avere cambiato nulla, io risolverei così. Inviterei Scotto di Castelbianco a indire un concorso. Adotta un agente segreto. Il mio già l’ho scelto da tempo. Me lo tengo in casa per un po’ e lo sottopongo a deradicalizzazione. Glielo restituisco nuovo. Di cervello. Non di età purtroppo.

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