sabato 5 novembre 2016

You might know of the original sin

Quando uno cade nel peccato mortale, si potrebbe dire che la grazia del battesimo quasi si addormenta, di fatto la perde. Per cui se disgraziatamente dovesse morire va all'inferno, è una cosa abbastanza seria. Quindi in caso di peccato mortale bisogna rimediare quanto prima.

Sì, anche queste leggi sulle unioni civili certamente ci creano molta difficoltà a noi credenti, non c'è dubbio. Che relazione ci può essere col peccato? Bisogna stare attenti, le leggi dello stato purtroppo a volte possono manifestarsi ingiuste, quindi noi cristiani non dobbiamo approfittarne, perché se ne approfittiamo pecchiamo, possiamo peccare anche mortalmente.

Dal punto di vista teologico questi disastri sono una conseguenza del peccato originale, quindi si possono considerare veramente come castigo del peccato originale – anche se la parola non piace, ma io la dico lo stesso, è una parola biblica, non c’è nessun problema. Naturalmente bisogna intendere bene cosa si intende per castigo.

castigo divino. Vedete un po’, insomma, si ha l’impressione che queste offese che si recano alla legge divina, pensate alla dignità della famiglia, alla dignità del matrimonio, alla stessa dignità dell’unione sessuale, al limite, no? Vien fatto veramente di pensare che qui siamo davanti, chiamiamolo castigo divino, certamente è un richiamo molto forte della provvidenza, ma non tanto nel senso, non diciamo nel senso afflittivo, ma nel senso di richiamo alle coscienze, per ritrovare quelli che sono i principi della legge naturale. radiomaria

Ce lo hanno presentato come una sorta di mad mullah e invece è un teologo vero che ha espresso un ragionamento nell'ambito di un programma radiofonico. Non proprio il massimo come palcoscenico.
Il fatto è che la Chiesa, avendo passato secoli a cercare di nascondere sotto il tappeto il vecchio testamento in nome di un Dio accomodante, se così possiamo definirlo, deve poi fare i conti con il cattolicesimo da panettone che vige in Italia e che non prevede fini ragionamenti.

La chiusura del programma e la ferma condanna, sono stati più che altro un gesto politico.
Dopo essere in un certo modo scesi in un patto di non belligeranza con il governo italiano in seguito alla legge delle unioni civili, e avendo rintuzzato le guerre proxy che i clerici famosi hanno portato avanti spacciandole per crociate a favore della famiglia tradizionale, un'ondata di populismo anti-gay, era ciò di cui il Vaticano aveva meno bisogno.
La discussione su castigo e perdono nell'ambito delle religioni abramitiche è questione seria e complessa da non relegare a Internet o alla radio. 

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