lunedì 14 novembre 2016

Precondizione

L’indottrinamento, secondo i supremi giudici, “può costituire senza dubbio una precondizione, quale base ideologica, per la costituzione di un’associazione effettivamente funzionale al compimento di atti terroristici, ma non integra gli estremi perché tale risultato possa dirsi conseguito”. Ma chi si dedica “solo al proselitismo jihadista”, spiega il verdetto, “non rischia condanna ma – ‘al più’ – misure di prevenzione come l’espulsione”. ilfatto

In linea di massima è quanto ho sempre sostenuto seguendo questo caso e senza il supporto della documentazione.

La nostra religione è concreta rispetto al cattolicesimo.
Se i nostri fratelli palestinesi o siriani sono sotto bombardamento, nell'immediato porgere l'altra guancia o pregare che Putin e Netanyahu cambino idea è inefficace a dir poco. Chiediamo ad Allah di proteggere quelli sotto attacco e fermare gli aggressori. Fermarli anche colpendoli.
Allo stesso modo dei versi coranici, il fraseggio delle dua (invocazioni) va letto nel contesto e considerato a seconda dell'inclinazione e della cultura di appartenenza del musulmano. Come ricordava di recente il capo della polizia, i cattolici non devono dimenticare di avere anche loro come testo di riferimento il vecchio testamento che non usa un linguaggio molto tenero.
In mancanza di elementi concomitanti, una invocazione a Dio rimane una semplice chiamata.
Un rimettersi nelle mani di Allah affinchè cambi le cose.
Nemmeno l'anticamera di una intenzione che abbia come finalità un coinvolgimento in prima persona. Che poi mi pare che sia quello che è accaduto con il famigerato "Allah prendi il mio sangue".
Non sono stati trovati elementi concomitanti o riscontri concreti.
In questo senso alla fine l'espulsione, che invece si basa su una previsione, è il naturale compendio di una legge che non può criminalizzare pensieri e intenzioni.

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