martedì 1 novembre 2016

Pesce come un muto

Sarà muto come un pesce il mio eroe romagnolo, ma da quando è tornato da Vienna non si regge. Quando manda segnali di fumo, sembra un comignolo in fiamme.

Anas el Abboubi nella famosa intervista del 2011, che tra l’altro non passò inosservata tra le sapienti antenne dei servizi, disse una cosa molto bella a proposito del razzismo degli abitanti della Valsabbia. Che secondo lui quelli che sugli autobus guardavano e scansavano i marocchini, non lo facevano per cattiveria o razzismo vero, ma semplicemente per pigrizia. Non sentivano il bisogno di imparare dallo straniero. Di scambiare tradizioni ed esperienze. Allo stesso modo, Fazzo non è un giornalista cattivo anche se, specie ultimamente, scrive cose che non appartengono al suo bagaglio culturale ed umano. E’ anche lui vittima e carnefice di quel meccanismo che mette tutto nel tritacarne.

Non abbiamo finanziato un terrorista. Abbiamo dato un giusto risarcimento, anche poco a dire la verità, ad un tizio che era indagato e monitorato e ad un certo punto è stato trattato come un cittadino del Pakistan o della Colombia. A quelli che la pensano diversamente all’interno dei servizi, bisognerebbe ricordare che lo stesso Stato che ha pagato quella cifra ieri, ha apposto il segreto per salvare, tra gli altri, alcuni di loro. Noi cittadini ordinari, alcuni non tutti, la faccenda l’abbiamo capita così. Quindi la partita per il momento è finita pari. E la vicenda giudiziaria di Abu Omar è altro rispetto al suo rapimento.

Io non dico che dovrebbe sorgere finalmente un Kiriakou anche da noi, ma qualcuno di quelli che continua a lamentarsi e a parlare dietro al nero sipario, potrebbe fare qualcosa di più che denunciare messaggini e minacce.
Gli interessi del nostro Paese non prevedono che il prefetto Parente pontifichi pubblicamente sul terrorismo di stato praticato dai russi così come ha fatto Andrew Parker sul Guardian oggi.
Ed è al momento difficile che il generale Manenti istituisca un concorso per miss hijab a Forte Braschi in modo da sottolineare, così come fa spesso sir Alex Younger, che la diversità ormai è un elemento scontato nella sua agenzia. Ma almeno i direttori potrebbero adoperarsi per appianare le cose all’interno dei loro comparti in modo da evitare certe uscite sui giornali.
Quei giornali per i quali tra Abu Omar e i cosiddetti musulmani moderati , non c’è nessuna differenza. Ogni volta che esce un articolo del genere, veniamo messi al bando anche noi.
Anni passati a convincere famiglie e amici che la nostra è stata una scelta di vita che non li danneggerà, e poi arrivano le cinquanta righe del Fazzo di turno che ci distruggono di nuovo l’unica vita che ci è stata donata da Allah.

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