domenica 20 novembre 2016

Don't even try

Il comunicato era stato prontamente rimosso dal sito dell’Ambasciata e dalle pagine social. Poco male. La stampa italiana non lo aveva nemmeno notato. Era rimasto un articoletto su una testata africana. Se ne sarebbe occupato più tardi.
Per forza che l’Ambasciatore non sapeva niente della cattura. Si chiamavano servizi segreti perchè loro si occupavano di cose segrete in maniera segreta. Non facevano come la polizia che avverte i giornalisti un mese prima. Attività in chiaro ma segreta. Se leggesse i giornali ogni tanto, l’Ambasciatore avrebbe appreso della loro impresa. Ma in fondo che bisogno c’era di fare un comunicato urbi et orbi per dire che lui non ne sapeva niente ? A chi interessa conoscere quello che sa o non sa uno che organizza gare di cucina all’estero ? Dovevano essere stati per forza i cugini. Continuavano a spingere ancora quella storia che nella cattura di Fezzani c’era qualcosa che non quadrava . Il loro capo tra un volo e l’altro a Damasco trovava sempre il tempo di impicciarsi dei fatti degli altri. Gli avrebbe dato una lezione.
Si guardò per un attimo allo specchio. Sentiva che di lì al quattro dicembre la sua magnifica chioma brizzolata sarebbe diventata bianca. Per la gioia delle sue fan in ufficio.
Doveva chiamare il caporedattore di Assafir . Un tipo sempre disponibile.
E cercare una controfigura per Fezzani. Un agente segreto ha sempre pronto un piano B.
Anche quando non serve.

Sospiro profondo.
Time to go home.



Foto Italy in Sudan Twitter

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