lunedì 18 luglio 2016

Tortellino santissimo

Le carte dell’inchiesta “Mamma Santissima”, nell’ambito della quale è stato chiesto al Parlamento l’arresto per associazione mafiosa anche del senatore Caridi, rischiano così di riscrivere la storia, non solo politica, di una città dove sono ancora troppe le domande che non hanno avuto una risposta. Punti interrogativi che possono essere svelati solo dopo aver letto tra le pieghe del rapporto massoneria-‘ndrangheta- politica-servizi segreti deviati.
Musolino il Fatto

Avevo notato il mese scorso un pò di traffico inusuale attorno a due post che scrissi a proposito della relazione esistente tra servizi segreti, 'ndrangheta e politica in Calabria (lauraC  'ndrine e logge).
Evidentemente si era sparsa la voce del nuovo memoriale di Lo Giudice.

Mi aveva incuriosito il clamore che da sempre c'è, sulla stampa calabrese, circa l'intervento del dottor Mancini (all'epoca appartenente al Sismi e non al Sisde come erroneamente indicato dal buon Musolino) grazie al quale venne sventato l'attentato a Palazzo San Giorgio. Così setacciai la rete e raccolsi tutto il materiale disponibile al riguardo. Separai i fatti dalla fantasia, ovvero tutte le teorie complottiste alle quali stanno appresso i giornalisti locali, e rifacendomi alle conoscenze acquisite sui meccanismi che regolano l'attività dei servizi, mi ricavai la mia verità.
Che credo sia quella più vicina alla realtà.

Il Sismi, almeno quella parte sana che faceva capo al dottor Mancini, ha svolto in Calabria il ruolo che una agenzia di intelligence o anche l'esercito, hanno in zone di frontiera in mano alla criminalità e ad interessi politici selvaggi. Hanno fatto da tappabuchi, cercando di arrivare dove magistrati e polizia non possono o non sono in grado. Ma l'hanno fatto nel massimo rispetto delle regole, tant'è che dell'episodio specifico l'onorevole Minniti diede ampio resoconto in parlamento. Mancini evidentemente comprò un'informazione che salvò parecchie vite. Lo avrebbe fatto anche se il sindaco non fosse stato Scopelliti. La testimonianza un pò piccata del colonnello Giardina a proposito di una informazione di cui il Ros non sarebbe stato a conoscenza, dà l'idea di come alla fine la segretezza che è caratteristica dei servizi, possa generare fraintendimenti e veleni anche tra le istituzioni.
E quando un uomo di stato pensa che qualcuno gli abbia pestato i piedi, poi reagisce come può.
I servizi spesso devono pestare i piedi altrui e alla fine ne pagano le conseguenze.
A volte ci sta anche l'errore. Qualche informativa passata dalla divisione di Mancini alla guardia di finanza, si sarebbe rivelata una bufala.
Poi, che Zumbo millantasse conoscenze, lo si evince anche dalle parole del procuratore Prestipino in un libro scritto assieme al dottor Pignatone e nel quale afferma, senza darci troppo peso, che il nome di Mancini spuntò fuori senza riscontri o prove serie. E infatti l'ex direttore della seconda divisione non fu nemmeno chiamato a deporre a uno dei processi nei quali era imputato Zumbo. Fu tirato in mezzo in una inchiesta di De Magistris che vedeva stralci in Calabria, ma ne uscì a testa alta perchè si trattava di un castello di carta.

Io credo che se parliamo di servizi deviati in posti come la Calabria, allora ci riferiamo a gente che naviga nella galassia Sismi o dice di appartenervi (appartenenti alle forze dell'ordine o ex) e dalla quale è poi difficile prendere le distanze. Così come lo è spiegare, che il lavoro dei servizi consiste nel camminare in mezzo al fango senza lasciarsi coprire troppo dagli schizzi. Si incontra anche gentaglia. Però credo che chi ha intrapreso quel percorso lavorativo in maniera più o meno consapevole, alla fine ci faccia l'abitudine. Fa parte del gioco.
I codardi invece, scappano via dal Forte.

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