domenica 15 maggio 2016

Investigatori variegati

Il lavoro che in questi mesi stanno svolgendo i carabinieri del Ros e i poliziotti della Digos è soprattutto quello della prevenzione: per quanto riguarda i sospetti di terrorismo possono intercettare e controllare anche senza alcuna autorizzazione del giudice, addirittura senza avvertire le Procure. Solo quando dubbi e sospetti si trasformano in indizi, per intervenire, gli investigatori hanno l’obbligo di rivolgersi alla magistratura, così come è accaduto per i tre tunisini a Venezia e per altri in diverse città del Veneto nel passato. Un lavoro prezioso che fino ad ora ha risparmiato al nostro paese quello che invece è accaduto in altre nazioni europee a cominciare dagli attentati alla metropolitana di superficie a Madrid nel 2005, poi a Londra, a Parigi e a Bruxelles.mattinopadova

La versione virtuale dell'articolo 41 del Tulps.
Quello per il quale puoi spaccare la casa al primo fesso che capita. Poi gli spieghi che si trattava di un'emergenza e magari gli chiedi pure scusa. E' successo a Roma l'anno scorso.
Il poverino per poco non moriva d'infarto.

Possibile che accada. Il concetto di stato di diritto in Italia è molto variegato.
Che è costituito da due parole, come diceva Montesano nel film sui carabinieri. Varie e gato.
Però non me ne vanterei con l'amico giornalista.
Anzi. Non mi farei amico un giornalista. Prima o poi ti pugnala alle spalle.

Uno scenario del genere, fatto di illegalità apparente, richiama alla memoria quello prefigurato anni fa  da alcuni smanettoni che leggendo l'ordinanza di incriminazione di Ross Ulbricht, il fondatore della Silk Road, ravvisarono qualche incongruenza nella raccolta delle prove. Si parlò di ricostruzione parallela. Secondo loro gli investigatori lo avevano tenuto nel mirino per un pò e faticando a trovare prove consistenti, ne costruirono alcune. Un modo di agire del genere alla fine in tribunale non paga perchè confonde piuttosto le tesi all'origine dell'investigazione.

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