domenica 15 maggio 2016

Sfide vecchie e nuove

Nel procedimento e' emersa con assoluta evidenza la straordinaria qualita' del proselitismo, basata sul puntuale adempimento degli obblighi religiosi scaturenti dall'interpretazione del Corano. 
Numerose sono le telefonate nelle quali Marianna svolge propaganda in favore dell'Isis; soprattutto dopo la partenza della sorella, svolge una pressante e costante attivita' di indottrinamento nei confronti di numerose donne, in particolare Rudina, Dunia e Lubiana, invitandole pressantemente ad aderire ai precetti dello Stato Islamico. 
E' quindi evidente il contributo che ha dato all'associazione terroristica Isis. Marianna Sergio con la sorella Maria Giulia, ha esercitato una fortissima pressione psicologica sui genitori Sergio e Assunta, determinandoli alla partenza ed ha, con il padre Sergio, contribuito a organizzare il viaggio. 
La nuova sfida del Califfato impone di anticipare la sanzione alle condotte di chi voglia andare, i cosiddetti foreign fighters, nei teatri di guerra anche per il rischio che torni sul territorio nazionale radicalizzato e addestrato. 
Il quadro normativo introdotto dal 2005 mostra quindi una progressiva tendenza del legislatore ad anticipare la soglia di rilevanza penale, anticipandola non piu' solo al momento in cui si 'attenta' ma anche alle condotte preparatorie. 
Giudice Banci Buonamici Sentenza Sergio e altri. 

Manca qualcosa in questa sentenza o almeno negli stralci resi pubblici.
Il grido di dolore delle vittime. Quello straziante che viene fuori dalle aule di tribunale dove lavora il pubblico ministero Campara. Madri e padri transitati a decine sul banco dei testimoni per raccontare le storie di figli che pensavano di conoscere e che da un giorno all’altro si sono trasformati in foreign fighters. Ragazzi con pochi soldi e tanti problemi. Alienati, senza futuro, senza istruzione né lavoro. Dei sempliciotti o malati mentali. Rapiti dalle parole e dai modi affabili di un imam zingaro. Itinerante come è stato definito qui da noi.

Manca qualcosa ma c’è tanto di più.
Una valutazione che sa di politico e militare piuttosto che di aspetto giudiziario.
Affermare che bloccando il potenziale foreign fighter viene in qualche modo rallentata la forza espansiva del califfato, è mera illusione. Daesh vive di emulazione e mistificazioni.
Una sentenza di condanna contro un pugno di combattenti pronti a partire, riduce il rischio per noi e per un tempo anche molto limitato. Anticipare la soglia di punibilità, quasi a voler intervenire sui pensieri e nell’animo delle persone, è un assist formidabile per la squadra di al Baghdadi.
Quattro condanne così concepite dal decreto, equivalgono a centinaia di potenziali partenze .
In tanti rimarranno affascinati dalla storia della jihadista italiana e della sua famiglia albanese.
Come se fosse necessaria l’obbedienza ad un califfo fai da te per sposare un musulmano per di più straniero. In verità in questo Paese forse lo è. Nell’Italia in cui la diversità, di qualsiasi tipo essa sia, è vista come una minaccia o già anche una condanna, l’appello di un bifolco del deserto è quanto di meglio ci si possa aspettare dalla vita.

Il grido di dolore manca dalla sentenza ma aleggia tra le carte e l'epilogo della vicenda.
Sta nelle frasi scellerate di Maria Giulia e della sorella, nella morte vergognosa della signora Assunta, nel ritorno del padre al vino e al maiale . Se da un punto di vista giudiziario sono tutti responsabili e a ragione, di una deriva personale e di gruppo che non può avere scusanti, è altrettanto chiaro come gli stessi siano vittime di guerre irrisolte che si trascinano da decenni da una parte all’altra della terra e della pochezza dello stato italiano. Quello che abbassa certe soglie ma non alza il livello di vivibilità. L’accento posto sulla straordinaria qualità del proselitismo effettuato, offusca la vera dimensione della questione. Se l’ondata terroristica attuale supera quantitativamente e di gran lunga le precedenti, a dispetto di una interpretazione religiosa molto povera e semplicistica spinta a forza dalla tecnologia, ciò accade perché trova davanti a se prede molto facili come Wafa Koraichi.
Bisognava prendere Bushra Haik innanzitutto.
E’ lei, se corrisponde a verità la storia che ci hanno raccontato, il carnefice che manda a morire gente in nome di una jihad falsa e lontana da quella che il Corano ordina. La stessa che predica Bilal Bosnic. E’ lei che ha insegnato a Fatima che se la moglie non ubbidisce al marito, allora lui la deve prendere e trascinare per i capelli. E’ lei che predica un Islam fatto di bugie urlate nel buio delle caverne di Abbottabad e sussurrate nei corridoi dei palazzi di Riyadh.
Bisognava fornire a Marianna una ragione migliore di quelle offerte dalla sorella e da tutte le cattive maestre che hanno invaso la rete e le case.
 “Compriamoceli” disse Marco Travaglio a proposito dei bamboccioni italiani che fanno il tifo per Daesh. Uno stato che non è nemmeno capace di comprarsi i suoi cittadini, se non a suon di euro in busta paga, è uno stato per finta.

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