mercoledì 27 aprile 2016

Alternative

E allora ecco che è spuntata la nuova offerta: se l’Italia dovesse entrare nel Consiglio di Sicurezza come membro non permanente, Massolo andrebbe a ricoprire il ruolo di rappresentante italiano presso l’Onu. In alternativa, c’è chi lo vede come potenziale candidato alla guida della Farnesina addirittura come ministro. Qui però la partita si complica, perchè si dovrebbe innescare una girandola di ministri che dovrebbe trovare d’accordo il presidente Sergio Mattarella. Se Massolo andasse agli Esteri, Paolo Gentiloni si trasferirebbe alla Difesa e Roberta Pinotti andrebbe allo Sviluppo Economico, sulla sedia dalla quale è precipitata in poche ore Federica Guidi, travolta dalle intercettazioni di Potenza. Un movimento simile è tra le ipotesi accarezzate dal premier, ma per ora l’unica cosa certa è che il suo interim allo Sviluppo Economico durerà poco perchè raccontano che sia allergico alle troppe firme.affaritaliani

Giorni fa mi è capitato di leggere la lettera che un gruppo di giovani diplomatici inviò mesi addietro al Presidente del Consiglio per manifestare il proprio malcontento a proposito della nomina di Carlo Calenda. Tra i firmatari c’era Tarek Chazli che ho conosciuto quando era primo segretario commerciale a Muscat. Diplomatico di talento e con una spiccata attitudine medio-orientale che gli deriva dalle radici siriane. Raramente sale sulle barricate. Evidentemente anche lui ha risentito di quella che molti hanno percepito come l'ennesima mazzata alla Farnesina.
La naturale ritrosia, alla quale Matteo Renzi ci ha ormai abituati, ad accettare strutture ed organizzazioni pre-esistenti al suo mandato, ha di certo ragion d’essere nell’accortezza con la quale un politico giovane del suo spessore e sul quale grava la responsabilità del Paese, deve muoversi. Questo atteggiamento a volte però gli preclude l’utilizzo dei mezzi e degli uomini migliori a sua disposizione. La riuscita globale di una strategia sta nel coniugare e calibrare situazioni e protagonisti.

L’Ambasciatore Massolo ha adempiuto egregiamente al difficile compito di traghettamento dell’intelligence italiana dal guado del nero sipario ad orizzonti cristallini caratterizzati da maggior trasparenza e comunicazione. Il suo tocco è peraltro palese anche in questioni che vanno al di là della mera sicurezza. Converrebbe adesso servirsi delle sue straordinarie capacità e competenze in quella che è la sua arena naturale. Gli interessi dell’Europa non si esauriscono sulle coste del nord Africa e nelle zone di guerra in medio-oriente, ma varcano i confini dell’Est europeo e dell’Asia. Le difficoltà che stiamo incontrando in Libia sono sintomo dell’assenza di relazioni e dialogo stabili con partner importanti come quelli africani ed arabi. Relazioni di tipo commerciale e politico, ma anche culturale e sociale. L’Europa stenta ad emergere come protagonista ed interlocutore privilegiato di grandi e piccole potenze. Si sente la mancanza di una architettura diplomatica moderna al passo con le nuove sfide che una unione basata non solo su interessi finanziari, deve affrontare.
L’Italia oltre ad essere parte di questo disegno, può e deve esserne guida. Un uomo come l’Ambasciatore Massolo costituisce un assetto importante. Farebbe di certo piacere vederlo ancora al timone del Dis, ma sia lui che il Paese meritano che sia posizionato in un ruolo chiave e in un ambito a lui più confacente.
Passato il tormentone nomine, torno comunque a punzecchiarlo. Non si illuda !

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