venerdì 4 marzo 2016

Gli uomini importanti sbagliano e muoiono anche quando meno te lo aspetti

Forse perché alcune verità sarebbero più scomode (politicamente) di altre. Basta vedere l’attacco scatenato contro questo giornale dopo la morte di Giulio. Non importa se lui sosteneva fosse il suo punto di riferimento. L’immagine di una persona che non c’è più si può trascinare nel fango o innalzare su un altare o far sparire nelle sabbie mobili, senza pudore. 
Io voglio ricordare che Nicola Calipari era un uomo (importante) dei servizi segreti, impegnato nella missione di portare in salvo la mia vita in una zona dove infuriava la guerra. Il manifesto non esitò a dire che la sua era una missione di pace.Giuliana Sgrena


Nicola Calipari è morto perchè era arrivato il suo momento.

Le parole sono importanti.
Prima di dire che un uomo è importante, bisogna specificare in base a che parametri lo si giudica.
Ce n'erano tanti di uomini importanti nel super Sismi. Calipari, a modo suo, era uno di quelli.

Quando si va alla ricerca di un essere umano da salvare, non si ha il tempo di pensare.
Ovvio che ci si muova sempre guidati dai principi che ispirano la propria vita.
Ma non è che si possa stare tanto a filosofeggiare.
Un soldato va in zona di guerra per proteggere la propria pelle e quella degli altri.
In fondo poi la pace è più un mezzo che un fine.
Uno come Calipari ci andava per sottrarre un cadavere al suo destino.
Salvo poi rimanerci lui, cadavere. Nella vita a volte si vince e a volte si perde.
Allora due se ne salvarono e uno morì.
Oggi due stanno per tornare sulle loro gambe. Altri due in bara.

Poi magari il Calipari che ci raccontano era anche uomo di pace.
Uno di quelli che andava al di là dello stereotipo dello sbirro . Che viveva il proprio mestiere con passione e come missione.
Ma fondamentalmente andò là per evitare una morte scomoda.
E per dar modo al proprio capo e al proprio governo di fare sfoggio dell'ennesima vittoria all’ennesima conferenza stampa.

Se oggi bisogna accettare il fatto che Giovanni Lo Porto è morto nonostante gli sforzi degli uomini dei nostri servizi e a causa dell'impossibilità di operare in condizioni ottimali in zona di guerra, allora bisogna anche farsi una ragione del fatto che un ragazzone americano addestrato a sparare alla bell'e meglio, ha cercato di fare il possibile per salvare la propria pelle e quella degli altri puntando il fucile su una macchina spuntata all'improvviso e su un tizio che ne usciva fuori con qualcosa in mano.
E che in guerra ci sta anche che non tutte le informazioni circolino in tempo reale come dovrebbero. E che anche un uomo importante come Calipari poteva sbagliare. Infatti con il senno di poi possiamo tranquillamente dire che quella missione fu messa in piedi alla bell’e meglio.
Starne a fare un eroe però, e rispolverarne il fantasma ogni volta che torna utile, è ancora più sbagliato. Un uomo importante è tale in quanto umano. Nasce, sbaglia e muore.
Per onorarne la memoria ogni giorno e per sempre, bisognerebbe ricordarselo quando non ce n’è bisogno.
Il ricordo è come l’amore.
Sai che è importante perché arriva quando meno te lo aspetti.

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