sabato 20 febbraio 2016

Scollamento pe fregà

Parlavo di collaborazione tra i colossi del web perché, mentre per grosse fenomenologie di reato come la pedopornografia e il terrorismo non senza difficoltà (il lavoro è lungi dall'avere raggiunto una sua definizione) stiamo trovando un buon livello d'intesa con i colossi del web che non possono tirarsi fuori da questo compito importante, lì riusciamo a coinvolgerli non nello scandaglio del web, ma nel prendere consapevolezza dei contenuti che passano sulle loro piattaforme.

Parlando ad esempio dell'e-commerce abbiamo a che fare con soggetti che vorrebbero acquistare a 30 euro dei telefonini da 800 euro, quindi c’è ancora un grosso scollamento fra la vita virtuale e la vita reale, e questo crea grossi problemi di legalità nelle nostre campagne.   
Nella lotta a fenomeni criminali di una certa portata (mafia, criminalità) noi abbiamo trovato sul terreno grossi interlocutori, ossia le famiglie e le scuole, cioè il ragazzino già sapeva perché glielo avevano detto i genitori che la porta andava chiusa a due mandate, che fuori non ci si fermava a parlare con degli sconosciuti, ma purtroppo, nonostante tanti anni di campagne di sensibilizzazione, è ancora difficile fare il parallelismo tra la vita reale e la vita virtuale: non si adottano nella vita virtuale accorgimenti come non entrare in un vicolo buio, quindi sono due mondi completamente scollegati. 
Roberto di Legami Direttore polizia delle comunicazioni Audizione in Commissione parlamentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione, della pirateria in campo commerciale e del commercio abusivo Gennaio 2016

Beato chi riesce a trovare l'intesa.
La polizia indiana da anni chiede a Google di aprirgli la mail di un terrorista e non è riuscita a costruire un caso forte contro il famigerato Shami Witness per lo stesso motivo.
Sarebbe importante per dare un segnale senza elaborare leggi nuove che ledono le libertà di espressione.
Twitter ha annunciato la chiusura di migliaia di profili pericolosi però tanti ancora, facilmente individuabili, sono aperti.
Le intese si stringono a fronte di una contropartita.
Poi a proposito di contraffazione Di Legami chiede che l'individuazione del materiale venga fatta dal produttore perchè la polizia non ha specialisti ma è pronta ad intervenire alla fine per il sequestro. Sembra un partenariato di convenienza a seconda delle circostanze.
Se domani mattina, guardia di finanza permettendo, il direttore aprisse una sezione dedicata all'interno della postale finanziata dalle aziende che la sostengono, ci sarebbe una lunga fila di poliziotti che vorrebbero aderire.

Massimo Troisi raccontò di un suo viaggio assieme allo staff per promuovere un film in Giappone. Erano tutti entusiasti perchè avrebbero approfittato della trasferta per fare il pieno di materiale elettronico. Arrivati scoprirono che i prezzi non erano così bassi come immaginavano ma le novità erano talmente appetibili che fecero man bassa spendendo grosse cifre.
Simm it pe fregà e avimm rimasti fregati disse il buon Massimo.
Nella vita alla fine sia in questioni materiali che affettive il problema quello è.
Cercare di non rimanere fregati innanzitutto. Se ci scappa di dare una fregatura va bene pure quello. Non è la natura umana. E' l'esigenza del momento.
E' vero che molti in rete nemmeno si chiedono come sia possibile che un telefono venga venduto a trenta euro. Però se uno va in India o a Dubai trova computer e smartphone di ottima qualità a quel prezzo. Visto che c'è internet perchè non sfruttare l'occasione ?
E perchè non dire al produttore che il problema è appunto il prezzo sia sul dispositivo elettronico che sul cinepanettone ?

A proposito di scollamento la settimana scorsa è uscita la sentenza dell'Investigatory Powers Tribunal chiamato a deliberare su un presunto abuso di potere di hackeraggio concesso al GCHQ che ha facoltà di sottoporre a sorveglianza i dispositivi elettronici senza permesso del magistrato anche al di fuori dei confini britannici. Paradossalmente il direttore dell'Aise, la prossima volta che sospetta che qualcuno non merita più la sua fiducia, potrebbe chiedere a loro di sorvegliarlo senza aspettare di leggere le intercettazioni pertinenti ad un'altra inchiesta. Una motivazione la si trova.
Fa sorridere che ad un certo punto il tribunale, che ovviamente ha rigettato le obiezioni di Privacy International (organizzazione che si batte per i diritti civili) afferma che è comunque positivo il fatto che al termine dell'intervento la porta del dispositivo viene chiusa dai tecnici quindi viene negato l'accesso ad eventuali hackers. Come a dire che potremmo dare alla polizia pieni poteri di perquisizione nelle case senza ordine del magistrato se comunque richiudono a chiave la porta evitando così che entrino ladri.
A parte il fatto che la giustificazione tecnica è poco convincente, il punto della sorveglianza di massa non è tanto l'apertura di falle ma la legittimità dell'intervento.

In conclusione, se non ci possiamo fidare di forze dell'ordine e intelligence in rete così come nella vita reale, lo scollamento diventa questione assai marginale.

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