giovedì 25 febbraio 2016

Mischioni da social

Mamme.Tornate in voi.Se i vostri figli sono la cosa più cara al mondo, non divulgate le loro foto in Internet.O quantomeno, abbiate un minimo di rispetto per il loro diritto di scegliere, quando saranno maggiorenni, quale parte della propria vita privata condividere. Se questo non vi basta, considerate che oltre la metà delle foto contenute nei siti pedopornografici provengono dalle foto condivise da voi. Fonte: Avv. Aldo Benato.
Per il crescente fenomeno dell'adescamento online di minori, si segnala che nel corso del medesimo anno sono state 221 le denunce ricevute dagli uffici della Specialità. Dalle complesse operazioni di prevenzione è scaturita una assidua attività di monitoraggio della rete che ha visto coinvolti ben 17.283 siti internet, di cui 1.819 inseriti in black list. Fonte: Polizia Postale e delle Comunicazioni
una vita da social
La Polizia Postale e delle Comunicazioni mette in guardia le mamme che intendono aderire alla nomination, attirando la loro attenzione sui possibili rischi che potrebbero correre postando immagini proprie e dei loro figli. Il pericolo più grande, in questo caso, è quello dell’associazione del minore all’identità del genitore, o di altri familiari presenti nelle foto, e la conseguente ricerca ed individuazione di dati personali per mettere in campo azioni illecite e fraudolente.
commissariato di ps

internet ha rivoluzionato le nostre vite, sicuramente in meglio (lancio sempre un segnale positivo, non sono tra quelli che demonizza l'uso di internet), ma evidentemente non era nato per queste finalità, ha creato una serie di problematiche, è stata una grandissima opportunità di studio, di crescita, di lavoro, uno strumento indispensabile, ma ha portato con sé una serie di rischi ad esso connessi. Roberto Di Legami

Ogni celebrazione che ha largo richiamo popolare viene sfruttata per realizzare delle frodi soprattutto attraverso i social media. La festa della mamma e San Valentino sono ormai diventati veicoli per gli scam su Facebook.
L'anno scorso sui siti anglosassoni venne lanciato l'allarme dalla stessa polizia perchè alle mamme veniva chiesto di postare dati quali nome, data di nascita ed indirizzo che avrebbero aperto le porte al furto di identità.
Da noi negli ultimi giorni si è sviluppato una sorta di tormentone sulla stampa che vede la polizia postale mettere in guardia le mamme contro questo tipo di frodi.
Il problema è che non si capisce esattamente quale sia il pericolo (la pedopornografia, il furto di identità, un rapimento, furti nelle case) e chi lanci il messaggio (la polizia, i suoi siti social che non si capisce se siano effettivamente gestiti da personale specializzato, fantomatici avvocati). Se si va alla fonte (pagina Facebook e commissariato di ps) ci si fa un'idea più circoscritta ma la confusione rimane.

Se non si vuole demonizzare internet, e non potrebbe essere altrimenti perchè fornisce lavoro alla polizia, non bisogna nemmeno lanciare allarmi indiscriminati. Il pericolo di furto di identità, di esposizione all'azione di pedofili e gestori di siti di pedopornografia, di furto nelle abitazioni, si presenta ogni qualvolta esponiamo i nostri dati sensbili su internet. Non solo in particolari occasioni.
E d'altra parte così come lo fa con amici e parenti a casa o nei luoghi di lavoro e svago, non si può impedire ad una madre di esibire il proprio figlio che è motivo d'orgoglio. Bisogna però insegnarle che la dimensione virtuale è più insidiosa per tutti e in tutte le occasioni e quindi deve usare degli accorgimenti base prima di mettere in mostra dettagli personali. E soprattutto deve sempre mantenerne il controllo.
Quello serve a rendere più facile il compito della polizia delle comunicazioni, che non è di censurare i comportamenti umani ma di renderli armoniosi e soprattutto organici allo svolgimento del proprio lavoro.


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