giovedì 28 gennaio 2016

Quella conferenza stampa show che non deve ripetersi

Il padre non voleva che partisse, e lui è partito ara ‘mmucciuna, perchè voleva trascorrere l’ultima settimana di preghiera del Ramadan alla moschea blu. Ha spiegato perché aveva un biglietto di sola andata: non sapeva bene il giorno in cui sarebbe rientrato se il 18 o il 19 luglio. E poi perché conveniva economicamente. Ha spiegato che lui non è un terrorista e che qualche video gli è capitato di vederlo, ma solo per curiosità. E che a lui di andare in Siria ad immolarsi nel nome di Dio non gli passa neanche per l’anticamera del cervello. Un colloquio durato meno di 20 minuti. Più che un interrogatorio di garanzia, per uno che non si è avvalso della facoltà di non rispondere, mi pare una formalità. Di fatto il Gip nulla gli ha chiesto dei suoi contatti telefonici con i terroristi: come mai?iacchite

Nel vasto panorama mediatico della galassia calabrese questo sito mi era sfuggito.
Non so a chi appartenga o che orientamento abbia ma offre uno spunto di riflessione.

Di per se l'articolo è delirante. Unisce molta ignoranza su alcune questioni (trascrizioni e intercettazioni audio-video) alla strumentalizzazione politica della vicenda.
Ne esce con le ossa rotte la polizia che in tutti i Paesi non è solo l'esecutore delle leggi come in teoria dovrebbe essere ma espressione del governo. E quando un ministro dell'interno come quello attuale non ha sempre la forza attraverso i numeri per sedere stabilmente sulla poltrona, allora sulle forze dell'ordine si scaricano tutti i tipi di accuse.

Solo al Sud un musulmano viene difeso così a spada tratta e di certo non per il principio.
Per il resto tutte le inchieste di questo tipo sono state accolte con ovazioni da stadio senza chiedere tante spiegazioni. Nessuno ha mai messo in dubbio che ci siano stati fraintendimenti o malafede.
Il musulmano in Italia è un nemico da abbattere.
A Cosenza c'è stata una spettacolarizzazione eccessiva dovuta evidentemente a tradizioni che toccano altri fenomeni criminali .
Se un errore è stato fatto, e mi tocca puntare il dito contro uno dei poliziotti che più stimo in assoluto e che proprio in quanto cittadina musulmana per me è un riferimento importante, è stata proprio la spettacolarizzazione dell'intera inchiesta in conferenza stampa e dopo.
Non so quanta responsabilità possa avere avuto in tutto ciò il direttore della seconda divisione. La Calabria per investigatori e magistrati è un territorio molto particolare che vive di meccanismi propri.
Nessuno può metterli in discussione.
Forse nemmeno il dottor Galzerano ha voluto o potuto "intromettersi" più di tanto. Però oltre ad essere bravo pare essere uno con un caratterino al quale è difficile tenere testa. Quindi è bene che lo usi in questi frangenti specie se, come ha dichiarato il dottor Giannini al giornale spagnolo che lo ha interpellato, il sud è a rischio tanto quanto il nord Italia anche se dai casi venuti alla luce finora sembrerebbe un versante più tranquillo.
Galzerano doveva imporsi e non lasciare che l'enfasi sottolineata dalle immagini dell'arresto del ragazzo e i video visionati su youtube distribuiti dalla polizia, prendessero il sopravvento sui fatti.
Al di là dell'esito giudiziario della vicenda e degli sviluppi ulteriori delle indagini, ci sono sempre degli esseri umani di cui bisogna farsi carico. Colpevole o innocente che sia, la vita di Hamil rimarrà segnata per sempre e anche quella della comunità che ha accolto lui e la sua famiglia.
In un clima così acceso e confuso non si riesce a fare prevenzione nè si può sperare che i cittadini siano sensibilizzati verso certe tematiche.
Che questa vicenda serva da esempio affinchè non si ripetano più certe scene che non servono alla fine a nessuno.

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