domenica 22 novembre 2015

Ritorno al maiale

Ora il padre di Fatima, ex operaio di 60 anni, è ai domiciliari a Casola, circondato dai parenti della moglie. Si è tagliato la barba, ha ripreso a mangiare la carne di maiale, ogni tanto beve anche un bicchiere di vino. Tutto diverso, da quando girava per Inzago a fianco della moglie e delle figlie coperte dal niqab.corriere

Il percorso obbligato di molti cattolici convertiti come me che vengono da anni di studi in stile madrassa ad opera di quei preti di cui papa Francesco vuole evidentemente liberarsi, prevede che dopo la conversione si scopra grazie allo studio approfondito della religione comparativa applicato alle confessioni abramitiche, come in fondo la proibizione di alcool e carne di maiale sia anche presente nel levitico e nel deuteronomio. Norma che poi le branche cristiane a vario titolo hanno abolito.
Di per se le proibizioni sono parte delle cosiddette religioni organizzate. Non si tratta di punizioni o del voler rendere la vita miserabile alle persone. Al contrario lo scopo è di fornire loro un set di abitudini che permetta di assaporare l'essenza di una vita vissuta nel nome di Dio .
Nel caso della religione islamica la disciplina fisica e spirituale al quale il credente si assoggetta con piacere, serve ad indirizzare i propri sforzi verso il Dio unico. A far convergere le frammentazioni materiali e spirituali verso Allah l'unico Dio degno di essere adorato.
Se poi si vuole relegare il dialogo tra religioni monoteiste e il dualismo Occidente-Islam- mondo arabo ad una questione di maiale e vino, allora vuol dire che c'è un problema serio ma di certo non nel fronte islamico.

A dispetto delle affettuose prese in giro che spesso dedico a Giannini e Galzerano, bisogna dare loro atto e sottolineare come l'operazione Martese, in quest'anno che volge al termine ormai e che ha visto svariate indagini condotte dalle forze dell'ordine, sia quella più significativa perchè la sua conclusione è giunta all'indomani dell'entrata in vigore del decreto e ha raccolto un buon numero di evidenze che permetteranno di ottenere un risultato giudiziario ragguardevole rispetto al passato.
Soprattutto ha indicato come la deriva fondamentalista in Italia non vede protagonisti solo gli stranieri ma è ben radicata in ambienti italiani. La figura di Maria Giulia deve indurre alla riflessione noi musulmani convertiti ma soprattutto il governo che ha il potere di intervenire in fase preventiva creando le condizioni affinchè certi meccanismi letali non si sviluppino ulteriormente. Integrazione ed educazione non devono rimanere semplici proclami elettorali.

Mancheranno dal processo due protagoniste importanti, oltre purtroppo alla signora Assunta che è venuta a mancare di recente, e cioè la stessa Maria Giulia e la cittadina residente in Arabia Saudita che l'avrebbe radicalizzata. Difficile che la richiesta di estradizione venga accolta a meno che non ci sia una mediazione politica o l'intervento di qualche funzionario del ministero degli esteri o dei servizi segreti di alto livello e con buoni contatti.
In tribunale quindi l'attenzione sarà puntata principalmente sul signor Sergio e sulla sorella.
E' in quest'ottica che va letta la riconversione esaltata un pò da tutti i giornali negli ultimi giorni.
La strategia difensiva punterà tutto sulla manipolazione alla quale i genitori di Maria Giulia sono andati incontro e alla loro scarsa conoscenza dei veri dettami della religione islamica.
D'altra parte è questa la verità che le intercettazioni ci consegnano.
Una famiglia dai buoni sentimenti plagiata dal sogno di una casetta nel califfato e alla ricerca di un gattino nuovo di zecca.

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