sabato 14 novembre 2015

Chiacchiere

Izzo e Di Legami sono cresciuti, dandole anche gran lustro, in una polizia che ha visto il massimo della propria espressione nella lotta alla criminalità organizzata nel nostro meridione. Due sbirri vecchio stampo che hanno vissuto l'onta dell'indagine e del processo su se stessi.
Il direttore della polizia postale rispetto all'ex vicecapo della polizia, lo stesso ricordiamo che su Twitter all'indomani della strage di Charlie Hebdo si chiedeva se i musulmani moderati esistessero veramente e faceva loro appello affinchè si facessero sentire, ha una elasticità mentale che gli deriva dall'esperienza internazionale e dall'interazione con vari settori della società e che lo porta a comprendere come la soluzione dei problemi non stia tanto o solo nella repressione ma anche in quelle che il prefetto Izzo chiama chiacchiere e dalle quali nessuna categoria deve essere esclusa.
Proprio le chiacchiere sono state il grande assente dal panorama francese. Paesi come la Francia e l'Australia che riducono la questione sulle minoranze etniche e religiose alla laicità e alla negazione delle differenze ghettizzando una larga fetta della popolazione, sono poi le realtà che più subiscono le derive estremistiche.
Il discorso iniziato dal prefetto Manganelli sulla società civile che tanti risultati ha prodotto nella lotta alla camorra e alla mafia o per la difesa delle donne e dei bambini, deve essere allargato e adattato alle esigenze di una comunità di cui fanno parte anche seconde generazioni, profughi e minoranze religiose.
Laddove manca la volontà da parte dell'autorità politica in tal senso a causa della prevalenza dei calcoli elettorali deve intervenire il coraggio delle forze di polizia e di intelligence che alla fine sono i principali beneficiari delle campagne di sensibilizzazione il cui impatto contribuirebbe a sollevarle da un carico di lavoro eccessivo e anche poco produttivo.

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