sabato 19 settembre 2015

Who's bad. La spaTa nella Roccia.

A tale proposito va ricordato che, diversamente dal Comitato del Senato americano di vigilanza sull’attività di intelligence, autore del coraggioso rapporto Fernstein sin qui citato, l’analogo Comitato parlamentare italiano (prima denominato CoPaCo, da Comitato Parlamentare di Controllo e poi CoPaSiR, da Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica) non ha mai mosso alcun rilievo rispetto all’opposizione/apposizione del segreto di Stato sull’attività di alcuni appartenenti al SISMi (denominazione di uno dei due servizi segreti operanti nel 2003, oggi mutata in AISE) in relazione al caso Abu Omar.

E’ dunque attuale e motivato l’auspicio che siano proprio i governi europei ad accodarsi presto alle scelte americane. Ne guadagnerebbe la ricerca della verità giuridica e storica che – in relazione a quel tipo di crimini – è stata spesso, come accaduto in Italia con il caso Abu Omar (ma anche in altri Stati europei), oggettivamente ostacolata.

Quanto ai Servizi Segreti o Agenzie di Informazione, essi rivestono un ruolo essenziale in ogni democrazia ed accostare l’espressione “giochi sporchi” all’attività dei Servizi risulta offensivo innanzitutto per quanti ne sono componenti, impegnati nella attività di prevenzione dei rischi per la sicurezza degli Stati e dei cittadini.  Armando Spataro

L'analisi meticolosa e a tratti appassionata del procuratore Spataro purtroppo scivola su luoghi comuni che a distanza di quasi un anno dall'uscita dell'ormai famoso rapporto Feinstein è doveroso sfatare.

Iniziamo con il prendere atto che la relazione del comitato di controllo sull'intelligence americana ha semplicemente posto un sigillo istituzionale su quanto già sapevamo attraverso i media tradizionali e non, e gruppi di attivisti o di indirizzo politico ben preciso.
Una cosa è ascoltare i racconti delle famiglie dei diretti interessati corredati da immagini su giornali sorretti da lobby. Altro è avere riscontri di quanto accadde a conclusione dei lavori di una commissione di persone impegnate nella difesa della comunità a prescindere dalle proprie ideologie e consapevoli del fatto che la loro opera sarà sotto lo scrutinio attento dell'opinione pubblica.
Va dato atto anche alla senatrice e ai suoi colleghi di aver respinto fieramente gli attacchi biechi e di stampo delinquenziale perpetrati dalla Cia nel tentativo di intrufolarsi nei loro computer.

Ciò detto al netto delle nostre conoscenze in materia, alla fine non è accaduto nulla di più di quanto ci potessimo aspettare.
C'è stato il classico scaricabarile del presidente sulla Cia. Ma non sono seguite azioni concrete. Non c'è stato un cambio di orientamento nelle politiche americane. Oggi piangiamo Lo Porto nella stessa maniera in cui ieri piangevamo Calipari. Non vedremo mai Jonathan Banks sul banco degli imputati in un tribunale pachistano mentre si difende dall'accusa di omicidio di un giovane innocente. Anzi.
Lo hanno promosso e reintegrato nel suo ruolo di signore dei droni.

A questo punto pur concordando pienamente con il dottor Spataro sul fatto che sarebbe arrivato il momento anche per l'Europa di fare una mossa simile a quella americana per avere coscienza piena dei fatti e di quanto essi abbiano influito sulla nostra storia e sui nostri destini. bisogna però tristemente constatare che il rapporto Feinstein non ha avuto un seguito degno di nota nemmeno qui da noi. Un seguito che sia portatore di svolte e cambiamenti non solo a livello di intelligence ma soprattutto per tutto ciò che riguarda le politiche governative.
Si è puntato il dito contro quei Paesi che fornirono appoggio logistico in cambio di aiuti economici ed ingressi nella Nato. Paesi che sono usciti allo scoperto, hanno chiesto scusa e anche risarcito le vittime. Non si è riusciti per ora ad inchiodare alle loro responsabilità grandi potenze come l'Inghilterra che di certo hanno avuto un ruolo importante nei meccanismi delle rendition.
In Italia nessuno si è chiesto se il nostro apporto non sia andato oltre, magari fornendo rotte ed aerei o qualche base in Sardegna come quella nella quale dicono sia convolato a nozze l'attuale direttore dell'Aise.
Nell'ambito di una riforma che poteva cambiare in concreto i nostri servizi di informazione si è invece incastonato un comitato di controllo che non solo condona l'uso avvilente che è stato fatto del segreto di stato ma che non va al di là di uno sdoganamento di facciata dell'operato dei servizi quando c'è puzza di "interferenza" da parte della magistratura.

In buona sintesi bisogna prendere atto del fatto che il rapporto Feinstein non ha cambiato la storia nè la cambierà perchè gli interessi in gioco tra i governi sono troppo grandi, quindi alla fine a pagare saranno sempre gli staterelli da terzo mondo bisognosi d'aiuto e quei cattivoni dei servizi segreti che al solo manifestarsi della grande madre Cia fanno una riverenza ed ubbidiscono.
Il che mi porta ad una ultima considerazione. Forse la più importante.
Anche il procuratore Spataro cade nel tranello del segreto di stato salvatore dell'anima oscura dei servizi quando afferma che :

mentre i cinque imputati italiani, ritenuti dall’accusa concorrenti con gli americani della CIA, dopo pesanti condanne in secondo grado (sentenza della Corte d’Appello di Milano del 12.2.2013), hanno potuto beneficiare degli effetti del suddetto segreto di Stato.

Senza voler sminuire la portata dell'operato degli inquirenti, l'idea che il segreto di stato abbia salvato, tra gli altri, alcuni, è francamente semplicistica.
E d'altra parte la rappresentazione dei servizi venuta fuori al processo Abu Omar, complice la stampa dell'epoca, è decisamente macchiettistica per usare una espressione cara al nostro presidente del consiglio.
C'era questo gruppo di persone che sembrava l'allegra brigata di Winnie the pooh che a un certo punto pur sapendo di avere la Digos alle calcagna ha continuato a dialogare per telefono come se nulla fosse.
Il ricciolone romagnolo con la fissa dell'abbronzatura e dei weekend negli hotel a cinque stelle.
L'analista di fiducia che intratteneva il direttore con le frasette sul segreto in stile baci perugina.
L'omone in prestito al servizio dalla polizia che davanti ad un distributore di caffè ad un certo punto esclama : siamo stati noi !
Persone determinate e almeno in parte capaci per carità.
Ma che nel grande gioco delle rendition e del rapimento di Abu Omar non costituivano altro che dei minus . Pedine. Uomini pagati per eseguire gli ordini. Ed in quel caso gli ordini furono pesanti.

Ecco se vogliamo favorire un cambiamento concreto e una transizione verso una realtà migliore allora iniziamo dalle "piccole" questioni.
Ovvero cerchiamo di stabilire chi sono i colpevoli veri. I veri cattivi.
E l'impulso non può venire che dalle stanze dei servizi. Dagli uomini che c'erano e da quelli che non c'erano. Invece di fare pulizia o utilizzare le storie del passato per vendicarsi o per fare carriera cominciamo a dire chi sono i colpevoli veri dei piani alti. Nei servizi e al governo. Di ieri e di oggi.
Senza uno scatto di orgoglio dall'interno non si può reclamare giustizia per se stessi nè per l'istituzione. E' importante per loro ma soprattutto per il sistema Paese.

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