martedì 15 settembre 2015

I sultani bianchi e quegli eurofighter che in pochi volevano

"This new agreement is the confirmation of the superiority of the Eurofighter over its competitors and will provide a great opportunity for further Eurofighter orders. 
We are delighted to welcome Kuwait as the newest member of our Eurofighter Typhoon family. The Eurofighter is already proven and trusted by six nations to perform in all operational environments."
Alberto Gutierrez Eurofighter consortium


Chi ha prestato servizio in medio-oriente come funzionario d'ambasciata o nel sismi qualche decennio fa, conoscerà la leggenda di Tim Landon.
The white sultan così come è ancora ricordato nel golfo Persico è uno dei pochi che quando era in vita poteva permettersi di entrare ed uscire dall'Oman in virtù di un passaporto concesso senza troppi intralci burocratici mentre ad un comune cittadino sono richiesti almeno venti anni di permanenza continuata e numerosi screening da parte dell'autorità. Ed era anche possibile incontrarlo nella capitale vestito da omanita. Pratica che ufficialmente non è proibita agli stranieri ma fortemente sconsigliata in quanto può urtare la sensibilità dei locali poichè considerato un attacco al loro orgoglio nazionale. Per un arabo essere tale non è solo questione di passaporto o bandiera. E' qualcosa che scorre nelle vene. Non ci si può diventare.
La buona sorte di Landon arrivò tramite la conoscenza del giovane erede al trono dell'Oman all'accademia militare di Sandhurst. Quando Qaboos ebbe bisogno di aiuto per reprimere la ribellione nel sud del Paese e sottrarre l'Oman all'oscurantismo del regno del padre, il brigadiere Landon accorse in suo aiuto. Portò uomini e mezzi ed incoraggiò il nuovo sovrano a plasmare il proprio regno facendo buon uso delle poche ricchezze energetiche a disposizione ma soprattutto impostando il nuovo corso sulla modernizzazione materiale e culturale del Paese.

La chiave di lettura del contratto ottenuto dal consorzio europeo in Kuwait sta nel gioco delle mediazioni e nel momento politico. Tutte questioni in cui the white sultan era maestro.
Pare che abbia accumulato una fortuna superiore a 500 milioni di sterline.
La Bae Systems, di cui Landon era mediatore nel golfo, è tra quelle che più ha beneficiato dal memorandum of understanding firmato qualche giorno fa in Italia. Alcune tra le sue fabbriche stavano per chiudere. Adesso hanno lavoro anche in una prospettiva di più ampio respiro. Dopo il Kuwait seguiranno altri clienti importanti nell'area.
Per non parlare di Finmeccanica che Moretti in parlamento ha descritto come una specie di Grecia.
La stampa araba si è chiesta a cosa serva una spesa così grande in un momento che non pare proprio favorevole per il petrolio. E' vero che siamo in guerra ma 9 billions sembrano decisamente esagerati.
La difficile situazione in area siro-irachena e il pericolo terrorismo si ripercuotono anche su equilibri ed alleanze e soprattutto sul confronto con i Paesi del Maghreb.
Il consolidamento delle scorte militari in momenti critici è da sempre la mossa regina nelle strategie interne dei Paesi del golfo. Il Kuwait non ci sta a fare da spettatore alle lotte intestine tra Arabia Saudita, Qatar ed Emirati.
Sul fronte occidentale c'è da registrare che l'accordo con il consorzio ha almeno per il momento congelato la trattativa con la Boeing per l'acquisto dei Super Hornet da parte del Kuwait e di altri, di cui si era tanto parlato nel corso dell'estate.
Finchè c'è guerra c'è speranza quindi con tutta probabilità si procederà anche con questa vendita. Al momento però c'era bisogno di fornire uno "stimolo" ai partner europei affinchè si convincano ad essere più presenti in Siria. Qualche giorno fa il generale Dempsey in uno dei suoi giretti per le rotte baltiche faceva notare come il sempre crescente flusso di profughi non possa avere come effetto positivo che quello di far comprendere agli europei che c'è bisogno di un loro coinvolgimento concreto in zona di guerra.
Ecco spiegato perchè i Typhoon, rifiutati negli ultimi anni da un buon numero di Paesi dall'Austria al Giappone, sono andati alla fine al Kuwait.
Obama ci ha messo uno zampino. Anzi due.
Con buona pace della Pinotti e del funzionario di Palazzo Chigi che avrebbe messo alla porta Sheikh Jaber Al Mubarak Al Hamad Al Sabah .

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