«Una fuga troppo lunga»
E’ una storia a lieto fine, quella del piccolo, trasportato per quattro giorni in giro per l’Europa e privato del latte materno. Ma non mancano le polemiche. A denunciare il presunto ritardo e alcuni aspetti delle ricerche, è Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro. «Una fuga non può essere così lunga – spiega - bisognava fare di più. L’allerta europea è fondamentale così come lo è l’impegno della società civile». «Avevamo a disposizione la targa della macchina dell’auto usata del padre, la foto della tutina del bambino. Elementi che non sono stati divulgati fin dalle prime ore della scomparsa», precisa Caffo. «Sicuramente – prosegue - quando c’è un caso particolarmente drammatico, come questo, con un adulto con problematiche dichiarate e confermate da uno specialista e con un neonato nelle sue mani, è importante allertare già dai primissimi momenti tutti coloro che potrebbero entrare in contatto con loro: albergatori, benzinai e comuni cittadini. Se la notizia della scomparsa fosse stata data immediatamente, avremmo avuto molte più segnalazioni».corriere
Ci sono rimasti solo i carabinieri attualmente che funzionano bene e senza darci particolari grattacapi.
Li lascerei in pace per il momento.
La vicenda è stata gestita con molta professionalità dall'Arma e dalla magistratura proprio nella misura in cui non è stata scatenata una caccia all'uomo con interpol e mandato internazionale.
Cosa che avrebbe potuto generare risvolti pericolosi date le circostanze.
Eravamo in presenza di un neonato e di un padre che a quanto è dato capire è affetto da seri problemi psichici e aveva interrotto il trattamento farmacologico.
L'allerta è stata data.
E' importante che ciò non sia stato fatto in maniera spettacolare come spesso accade.
Il silenzio è stato probabilmente la chiave di svolta della questione.
E infatti è stato aperto solo un fascicolo di indagine per consentire le attività tecniche necessarie all'investigazione.
Si è evidentemente tenuto conto anche della volontà della moglie e delle ripercussioni sulla situazione familiare.
L'uscita del dottor Caffo sottolinea ancora una volta come ormai le questioni legate all'infanzia e alla adolescenza siano gestite con un'enfasi che alla lunga non può far altro che danneggiare quelli che saranno i protagonisti del nostro futuro.
Proprio in questi giorni il comandante della polizia delle comunicazioni, probabilmente anche con l'intento di allontanare l'attenzione dell'opinione pubblica dal caso Tortosa, ha illustrato solo i risultati di un sondaggio sul fenomeno del bullismo condotto da una di quelle organizzazioni legate a doppio filo con la polpost. Al solito manca il dettaglio su metodologia e campione esaminato.
Ha stupito la nazione il fatto che il bullismo al femminile sia più insidioso e forse radicato di quello maschile.
Stupore ingiustificato visto che saremmo anche il Paese del femminicidio quindi alla base di questi fenomeni ci sono sicuramente degli squilibri all'interno della famiglia e della società in generale.
Si tratta comunque di manifestazioni non nuove infatti ne scrissi in tempi non sospetti.
E' vero che bisogna sensibilizzare e spingere i ragazzi a parlare però è anche vero che dovremmo riflettere a fondo su queste questioni e il clamore di certo non aiuta.
Il silenzio dei carabinieri che negli ultimi mesi hanno svolto molte indagini su questi casi, può tornare utile.
Non danneggiamo i ragazzi e soprattutto cerchiamo di non usarli.
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