domenica 26 aprile 2015

Ed infine ...

Ipotizziamo che non ci sia stato alcun cortocircuito informativo tra i nostri servizi e la Cia.
Gli Americani sapevano che noi stavamo lavorando al rilascio di un ostaggio.
Ammettiamo anche che fosse noto che il nostro connazionale era in quell'area.
Di certo non potevamo sapere che si trovasse proprio in quel complesso residenziale.
Probabilmente eravamo consci del fatto che fosse nella vallata dello Shawal.
O ai confini con l'Afghanistan.
La stampa italiana spesso ha fatto riferimento a quella zona.
Si tratta di un'area enorme nella quale pochi osano avventurarsi.
L'esercito pachistano vi aveva condotto un paio di operazioni l'anno scorso.

Gli americani come sempre erano alla ricerca di obiettivi da abbattere per sfiancare al Qaeda.
Avevano effettuato alcuni lanci di droni nei mesi invernali e avevano colpito per la prima volta nel corso del nuovo anno il 5 Gennaio.
Quando noi cioè avevamo avuto prova in video (così è stato scritto) del fatto che il nostro ostaggio fosse vivo.

Siamo entrambi attivi nella lotta al terrorismo.
Noi avremmo potuto tentare una operazione di hostage rescue.
Perchè loro avrebbero dovuto rinunciare a colpire non tanto quel giorno ma nell'arco di almeno tre-quattro mesi ?

Queste sono le questioni sulle quali si deve discutere tra governi ed agenzie di intelligence. Recriminare adesso è inutile.

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