domenica 5 aprile 2015

Da Tikrit a Mosul.

In sede di audizione dinanzi al Copasir il direttore dell'Aise avrebbe detto che la forza militare di Daesh si sarebbe notevolmente ridotta di pari passo con le risorse petrolifere a disposizione e i flussi finanziari.

Le entrate provenienti dalla vendita del petrolio dovrebbero essere in ribasso innanzitutto grazie ai bombardamenti della coalizione che oltre a distruggere i pozzi rendono difficile il trasporto.
I flussi finanziari maggiori sui quali Daesh può contare sono quelli derivanti dalle banche sui territori conquistati che forniscono accesso al sistema finanziario internazionale.
Sotto questo punto di vista di concerto con la banca centrale irachena si sta tentando di intervenire chiudendo per quanto possibile questi canali.
C'è  da ricordare inoltre che quando una forza conquista un territorio deve anche investire sulle proprie operazioni militari e soprattutto sulla comunità in fase di costruzione.
Daesh deve stipendiare almeno trentamila foreign fighters assieme alle loro famiglie e deve inviare denaro alle famiglie dei deceduti.
Attualmente il gruppo terrorista avrebbe problemi di gestione delle finanze ovvero spenderebbe più di quello che incassa.
Il che potrebbe costituire anche una buona notizia sul fronte occidentale. Dovendo stringere i cordoni della borsa di certo non spenderanno più di tanto per addestrare ed organizzare i combattenti destinati a compiere attentati in Europa e nel resto d'occidente.
Rimangono comunque gli "spicci" provenienti da piccole estorsioni e rapimenti in Siria ed Iraq e tassazioni su beni e trasporti nonchè la famosa jizya (tassa islamica concepita da Daesh in forma riveduta e corretta ) sui cristiani per evitare la crocifissione.
A questo proposito il direttore Manenti ci potrebbe spiegare il case study rivelato dal financial action task force circa la onlus italiana che sarebbe coinvolta nel finanziamento di Daesh.
Sui nostri media pare non essercene notizia.



In ultima analisi c'è da osservare che siamo in una fase di riconsiderazioni.
In particolare attualmente le stime sui flussi finanziari vengono effettuate con maggiore precisione  e senza lasciarsi influenzare dall'onda dell'emotività.
La famosa rapina alla banca di Mosul non avrebbe fruttato i famigerati 400 milioni di dollari ma nemmeno le poche decine di migliaia sulle quali si assestarono le dichiarazioni dei funzionari americani ed iracheni.
Molto probabilmente siamo nell'ordine dei 100-200 milioni di dollari .
Sempre tanti ma anche questi sarebbero agli sgoccioli.

Dal punto di vista strettamente militare c'è da registrare la vittoria di Tikrit che ha costituito un banco di prova per la riconquista di Mosul.
Sulla dinamica di questa battaglia ci sono due versioni.
Quella negazionista del Centcom che rifiuta nettamente di ammettere di aver coperto l'avanzata delle milizie irachene e di quelle iraniane dando addirittura queste ultime come assenti dalla scena e quella complottista del nytimes e di altre testate che invece danno per certa una ormai tacita e salda alleanza tra iraniani ed americani per evitare il coinvolgimento delle truppe di terra occidentali e medio-orientali.
Qualunque sia la verità, appare chiara l'inadeguatezza dell'esercito iracheno ma soprattutto la crescente influenza delle Qods force.
Tutto ciò accade mentre in contemporanea all'orizzonte si profila l'ennesimo rinvio dell'inizio dell'addestramento dei ribelli siriani perchè si fa fatica ad individuare "i buoni".


Quindi da un lato cresce l'incertezza e dall'altro si dà spazio alle mire espansionistiche iraniane fondate sul settarianesimo più rampante.
Che è poi lo stesso fattore che ha generato il caos odierno.
A che pro allora bearsi delle difficoltà di Daesh se in fondo stiamo ponendo le basi in modo tale da farli rinvigorire ?

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