lunedì 23 marzo 2015

Qaboos a casa

Dopo settimane di voci che si rincorrevano nel Paese ma anche nel golfo persico, è finalmente tornato a casa sua maestà Qaboos sultano dell'Oman.
Nel pomeriggio sono iniziate a circolare su whattsapp le foto dell'aereo sulla pista e qualche minuto dopo l'agenzia di stampa nazionale ha diffuso la notizia del ritorno con relative immagini dell'uscita del sovrano e del corteo reale.
Gli otto mesi trascorsi in Germania a curarsi sono stati duri per il popolo omanita che in lui ripone le proprie speranze di stabilità e
prosperità ma anche per il resto dell'area che si regge su equilibri fragili.
Ormai ultimo rimasto  tra i padri fondatori delle dinastie del golfo, Qaboos fa spesso da mediatore per piccole e grandi diatribe e da consigliere per gli altri sovrani.
Seppur lontano non ha mai smesso di firmare leggi ed intrattenere rapporti con le varie potenze.
L'ultima visita ricevuta è stata quella di Kerry in gennaio prima dell'inizio dei colloqui sul nucleare.

La presenza di Qaboos potrebbe aiutare ad evitare il precipitare della situazione in Yemen.
Se è vero quello che si è saputo circa la recente liberazione del diplomatico saudita tenuto ostaggio per più di due anni, e che cioè l'impennata nelle negoziazioni sarebbe arrivata grazie al nuovo direttore dell'intelligence generale al Humaidan, allora ciò vuol dire che sono ancora attivi dei canali nonostante il caos.
E su quei canali sicuramente il sultano può intervenire visto che è interesse suo oltre che dell'Arabia Saudita, far si che lo Yemen non crolli definitivamente.


Un altro versante sul quale la sua abile azione diplomatica può sortire effetti positivi è quello iraniano.
Al generale Qassem al Suleimani ormai sia gli americani che gli iracheni hanno lasciato carta bianca.
Addirittura si parla di esponenti delle Quds force che circolano liberamente tra i palazzi governativi come se fossero di casa e di quasi genocidio nei confronti dei sunniti e del vecchio fronte baathista che combatte al fianco di Daesh.
In Yemen avrebbero aumentato grandemente la propria sfera di influenza presso milizie e tribù.
Vincere una guerra contro Daesh per poi consegnare il medio-oriente all'Iran e al blocco sciita equivale ad una sconfitta.

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