domenica 1 febbraio 2015

Le ragioni di Eva

Diceva il nostro amato profeta Muhammad, pace e benedizioni su di lui, che non possiamo sperare nella compassione di Allah se noi per primi non ne abbiamo nei confronti di altri esseri umani.

E in quest'ottica potremmo anche guardare con benevolenza alla richiesta di Eva Mikula di far parte dell'associazione delle vittime della uno bianca.
Gli orizzonti della pietas umana però, sono molto più limitati di quelli divini.
Così come invece sono più spropositati i confini materiali ai quali noi aspiriamo.

Le associazioni costituite in nome delle vittime del terrorismo o di crimini efferati in generale hanno l'obiettivo di ottenere risarcimenti al danno subito e di far si che non vada persa la memoria del dolore.
Immagino che Eva voglia associarsi a loro per questo secondo motivo.
Ora è vero che nessun processo ha mai evidenziato una sua partecipazione attiva nella banda e che lei ha collaborato con gli inquirenti sin dall'inizio però è anche vero che il suo profilo non sembrerebbe corrispondere a quello di una vittima pura.
Se le mogli dei Savi non hanno mai segnalato o denunciato le attività dei mariti, lo hanno fatto per paura.
Sapevano che c'era una rete di conniventi fatta di poliziotti ma non potevano sapere quanto questa fosse estesa.
In qualunque commissariato o procura fossero entrate per denunciare, avrebbero messo a rischio se stesse e la loro famiglia.
Eva per contro era sola.
Spaventata è vero dai racconti e dalle minacce di Fabio, ma se fosse andata in una qualsiasi caserma dei carabinieri come fanno tante sue connazionali soggette al racket della prostituzione, non avrebbe rischiato granchè.
C'è un altro motivo che spinge a non concederle lo status di vittima a cui sembra anelare.
Ed è il comportamento tenuto negli anni a seguire.
Sicuramente ha dovuto arrangiarsi alla bell'e meglio per ricostruirsi una vita però l'abbiamo vista districarsi tra interviste e show televisivi, anche in locali notturni, che poco sanno di vittima.
La vittima vera, e questo Paese ne è pieno, cerca di rialzarsi in altro modo.

Diceva il procuratore aggiunto che basterebbe il silenzio.
Speriamo che anche gli uomini di legge seguano il consiglio.
E che ognuno parli di quello che gli compete.
Di poeti e filosofi ne abbiamo fin troppi.
E' in questo clima che poi sorgono certe pretese.

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