mercoledì 4 febbraio 2015

I dilemmi di re Abdollar

Era negli Stati Uniti sua maestà il re di Giordania per una serie di colloqui quando è arrivata la notizia della morte del pilota.
Notizia che con tutta probabilità già conosceva perchè si parlava di quella morte su Twitter da circa un mese.
Si diceva che l'intera operazione è stata gestita direttamente da quello che si fa chiamare califfo.
A quel punto Abdullah ha indossato la kefiah (ogni tanto si ricorda delle sue origini) ed ha espresso tutta la rabbia che aveva in corpo.
Finta o vera che fosse, è così che doveva mostrarla.
La gente che si era radunata davanti alla casa della famiglia di Moath era ancora più arrabbiata di lui e gridava.
Gridava che gli Stati Uniti non li avrebbero trascinati di nuovo in una guerra maledetta.
Sarà un pò difficile dare ascolto ai suoi sudditi perchè Obama ha aumentato i finanziamenti alla Giordania proprio mentre parlava con il suo ambasciatore in medio-oriente come amano definirlo gli estimatori.
Da 660 milioni di dollari ad un miliardo.
E allora il giovane re non potrà dire di no all'America.
Come sempre, come non mai.
E a quella gente fatta di beduini, tribù, palestinesi, iracheni, siriani, persone che uno ad uno trascinano con loro tragedie da generazioni, non ha potuto far altro che consegnare il piatto della vendetta : l'esecuzione di Sajidah.
Ma basterà ?
Per un pò forse si.
Poi dipenderà dalla strategia.

Diceva il generale Arpino in questi giorni che le colpe del non aver compreso quanto pericoloso fosse Daash sono da attribuire alla mancanza delle care e vecchie antennine sul terreno.
Le antenne c'erano. E' mancata l'analisi.
Sono mancati i consiglieri di Obama.
E' mancata l'Europa come al solito.
Una nuova strategia deve considerare la Giordania e gli stati arabi come partner e non comparse.

Nessun commento:

Posta un commento