Lavorare assieme al governo giordano affinchè l'ostaggio venga rilasciato, significa trattare per uno scambio.
Magari non quello richiesto da Daash ma per qualche altro gruppo di prigionieri.
Le carceri giordane sono piene di terroristi e dissidenti.
La Giordania è una nazione cuscinetto in ottime relazioni con altri stati del medio-oriente e non è nuova a questo tipo di operazioni o mediazioni.
La richiesta potrebbe anche cambiare ma a questo punto inizierebbe una catena senza fine.
Trattare con Daash su ostaggi e prigionieri significa cadere nella loro trappola.
Hanno catturato due ostaggi di nazionalità giapponese cioè provenienti da una delle nazioni più pacifiche del mondo che almeno sulla carta poco o nulla ha a che fare con le diatribe medio-orientali, per chiedere in cambio il rilascio di un prigioniero che è il simbolo delle radici di quella lotta che loro conducono in nome di una religione e di una terra .
Una trattativa del genere diventerebbe il ponte tra passato e presente (al Zarqawi e al Baghdadi) e l'allargamento territoriale della loro guerra dall'Iraq al mondo intero.
Questo deve spaventare molto più dei riferimenti a Roma nei messaggi di al Adnani :
ci ritroveremmo la guerra in casa senza accorgercene.
Il direttore Massolo avrebbe detto nel corso della sua audizione al Copasir che il pagamento del riscatto per Greta e Vanessa in fondo è tra le ultime questioni sul tavolo con gli alleati americani e che quindi non avrebbe causato problemi.
Da abile diplomatico prestato all'intelligence ha esposto il concetto con molta chiarezza ed onestà.
Un riscatto per quanto alto, rappresenta una goccia nel mare per un gruppo terroristico di quel livello e per noi e per gli alleati nel contesto della risoluzione dei conflitti in medio-oriente.
Uno scambio di ostaggi invece ha il potere di trasformare quella goccia in una secchiata.
Obama adesso si deve imporre su Giordania e Giappone affinchè quel tipo di trattativa non avvenga.
Cinismo e ragion di stato questa volta devono prevalere.
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