«La sicurezza, non solo delle persone ma anche dei dati sensibili - ha spiegato l’ad di Poste Italiane, Francesco Caio - è considerata oramai da tempo una priorità per il nostro business. Un’elevata protezione dei servizi digitali e finanziari non può prescindere dalla collaborazione con la polizia di stato volta a garantire la prevenzione e il contrasto dei crimini informatici. La stipula della convenzione rafforza ulteriormente la proficua cooperazione attiva da anni, che ha già apportato un tangibile incremento dei livelli di sicurezza dei servizi offerti ai nostri clienti».
lastampa
Si pensava che le poste fossero già nelle grinfie della polizia di stato in virtù del famoso decreto salva-cnaipic.
E invece.
Invece cadono nella rete giusto nella settimana del pacchetto anti-terrorismo che doveva essere discusso oggi ma è stato rimandato di un paio di giorni.
I dati per essere protetti, devono essere mostrati .
E' quello che preoccupa maggiormente.
Nel Paese in cui un pizzaiolo apprende dai giornali di essere indagato, vatti a fidare.
A proposito di pacchetto mi pare di aver capito che Angelino voglia far chiudere siti a destra e a manca .
Devono essere chiusi quelli di propaganda pura ma rimanere aperti quelli di scambio.
E' essenziale che il monitoraggio venga effettuato da parte di personale specializzato in anti-terrorismo, cosa che già dovrebbe avvenire, e non di semplici (si fa per dire) tecnici informatici.
Confidiamo che almeno la Subranni glielo abbia spegato.
Domani il direttore del Dis è in audizione al Copasir.
Il problema non è tanto dare la timeline degli eventi che per forza di cose i membri del Copasir conoscono già, ma mettere assieme una storia credibile per il pubblico.
Quella sulla famosa contropartita.
Confidiamo in Giampy.
Nessun commento:
Posta un commento