Un poliziotto bello avevamo in Abruzzo e lui ce lo ha ridotto così.
L'espressione di Nicola Zupo nel corso della conferenza stampa di fine anno della Questura de L'Aquila è la sintesi dell'effetto Rizzi non solo sul capoluogo ma anche sul resto della regione .
Le cifre presentate confermano la tendenza positiva anticipata nel corso delle celebrazioni per l'anniversario della polizia di stato.
Si tratta di una tendenza che ha caratterizzato la gestione Rizzi non solo per ciò che riguarda i numeri ma soprattutto in relazione all'atteggiamento di collaborazione sviluppato con le altre istituzioni, gli organi di rappresentanza delle varie categorie e i cittadini.
Qualche settimana fa in una intervista concessa ad un quotidiano locale, il capofamiglia vittima della famigerata rapina in villa dello scorso settembre si lamentava di come L'Aquila sia ormai diventata una sorta di Bronx .
Sfogo comprensibile ma poco giustificato visto che lo stesso destino sembra aver raggiunto Pescara.
Sono corsi inevitabili in quanto legati alle dinamiche economiche e sociali del momento.
Ne sono prova ad esempio le cifre in netto rialzo della presenza degli stranieri sul territorio aquilano che sarebbe legata secondo il Questore alla richiesta di manovalanza per le opere di ricostruzione e anche il calo dei furti in abitazione conseguenza di uno spostamento del flusso criminale verso le attività commerciali.
E a questo proposito proprio il cambio di atteggiamento ha fatto la differenza.
I continui incontri e le sottoscrizioni di protocolli con le associazioni hanno permesso di delineare dinamiche sociali e strategie che non possono che essere comuni.
La collaborazione con confcommercio è utile a reiterare l'impegno da parte della polizia ma anche a responsabilizzare le potenziali vittime.
E di certo Rizzi con l'esperienza derivatagli dalla gestione di scenari più complessi è un riferimento importante anche per gli enti governativi preposti alla prevenzione.
L'inaugurazione della sala di ascolto per le donne vittime di abusi rappresenta un passo ulteriore di un discorso avviato dalla polizia di stato in molte città e dallo stesso Questore sin dai primi giorni di permanenza a L'Aquila.
Come ricordava nel corso di un seminario la rappresentante di una delle associazioni impegnate nell'accoglimento delle donne abusate, Vittorio Rizzi è quello che al di là dei propri obblighi più di tutti si dà da fare per cercare soluzioni e supporto concreto alla causa.
I dati presentati erano molto generali.
Sicuramente verranno considerati meglio in funzione predittiva quando saranno analizzate nello specifico le varie tipologie di reato, gli orari e i periodi degli eventi, le zone colpite o anche i mercati in cui vengono smerciate le refurtive.
Sono analisi necessarie per comprendere come evolve non solo il crimine ma soprattutto il disagio sociale che lo genera.
Tra i vari numeri spiccano quelli dei controlli antimafia più che raddoppiati.
La dottoressa Capasso nella relazione della direzione antimafia dell'anno scorso affermava che questi costituivano un deterrente per gli interessi criminali che tendevano ad allontanarsi dalla città.
Vedremo se verrà confermata questa tendenza e soprattutto se ai controlli corrisponde una adeguata azione di contrasto a livello giudiziario.
L'aumento delle risorse umane a disposizione coincide con una riduzione dei servizi preposti all'ordine pubblico, sintomo questo della famosa abilità manageriale di Rizzi.
E' riuscito evidentemente a razionalizzare il materiale umano disponibile e a coordinarsi meglio con le altre forze di polizia.
In attesa di conoscere la prossima destinazione del nostro Questore preferito, gli facciamo gli auguri e speriamo che Zupo si riprenda.

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