In aggiunta quasi tutti i mujaheddin, e in particolare quelli provenienti da paesi occidentali, fanno ampio uso di droghe: marijuana, cocaina, anfetamine, ecstasy e roipnol, come hanno raccontato alcuni di essi catturati dalle milizie peshmerga. Cosa che li rende assolutamente incontrollabili nelle violenze compiute sulle giovani donne, comprese bambine di 10-12 anni, ridotte in schiavitùpio pompa il tempo
Sheikh Omar Shishani has been quite clear on his answer and has emphasized that there is nothing for sisters as of yet. No amalia istishihadiya (martyrdom operations) or a secret sisters katiba. These are all rumours you may have heard through some sources who themselves are not actually aware of the truth. And the women you may have seen online participating are all part of a propaganda. The women in the video are part of secularist groups who are not calling for the law of Allah. Please sisters do not believe anything you hear or see online where apparently sisters are fighting feesaabeelilah. For the time being Qitaal is not fardh ayn upon the sisters. We have plenty brothers who don’t even get selected on going on operations. The brothers get upset and start crying since they want to participate, so what does that make you think? For the sisters its completely impossible for the now. InshaaAllah in future.
diary of a muhajira
E' difficile prevedere se il fiume di disinformazione che viene versato attraverso i media in questi giorni, sortirà l'effetto sperato ovvero far desistere le ragazzine occidentali in partenza per la Turchia o zone limitrofe.
Pare però abbastanza improbabile.
Le giovani musulmane come le gemelline inglesi o le sorelle austriache convertitesi apposta per andare in Siria, sono ben educate ma soprattutto conscie di quello che le aspetta .
Non le comodità alle quali erano abituate stando nel salotto di casa nè i compiti in prima linea.
E in fondo è questo che vogliono : partecipare alla costruzione di uno stato retto nel nome di Dio e farlo accanto ai propri uomini.
Senza ricorrere a fantomatici agenti segreti come fonti, basta monitorare e filtrare le informazioni provenienti dalle piattaforme di microblogging quali Tumblr, Twitter, Ask o anche entrare in contatto con i combattenti sul campo e le loro famiglie attraverso i siti di messaggistica crittata per farsi un'idea di quella che è la quotidianità in Iraq e in Siria in questi ultimi mesi.
Di certo la loro vita non è facile a causa di oggettive difficoltà logistiche ma anche per la scarsa amalgama tra le varie culture.
Giovani occidentali come Israfil Yelmaz, danese di origini turche che vanta esperienza in altri conflitti, sono la materia umana sulla quale l'Isis poggia per consolidare il proprio dominio.
Gente colta e aperta al dialogo in grado di offrire conoscenze e professionalità e che difficilmente farebbe ricorso a droghe o abuserebbe di donne contravvenendo agli insegnamenti coranici.
A quanto pare gli elementi raccolti non hanno fin qui consentito di ottenere misure restrittive. L’altra indagine della Digos prosegue sottotraccia.corriere bologna
Questo è il lavoro che conta veramente e di cui poco si parla sulla stampa.
E' importante non tanto per l'esito giudiziario quanto per capire al di là dei social chi ci sia effettivamente in campo e come stia lavorando.
E' l'unica risorsa che abbiamo per fare una stima qualitativa e quantitativa in maniera più precisa possibile delle forze sulle quali l'Isis può contare.
Gli Americani stanno cercando tra i registri di entrata ed uscita delle carceri irachene e lo stesso tipo di lavoro stanno facendo le polizie dei Paesi balcanici.
I pezzi grossi di vecchie guerre in Cecenia, Somalia, Afghanistan, stanno accorrendo in massa in Siria ed Iraq o forniscono ampio supporto.
Le vicende giudiziarie lasciano il tempo che trovano tant'è che uno dei protagonisti del procedimento bolognese Youssef ben Abdul Baki ben Youcef Abdaoui in Aprile è stato tolto dietro richiesta dell'ufficio del difensore dei diritti civili dalla lista degli appartenenti ad al qaeda soggetti a sanzioni economiche da parte delle nazioni unite.
Più che tornare ad indagare su questi soggetti ora bisogna stabilire se e come stiano avendo un ruolo negli scenari di guerra attuali.

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