martedì 22 luglio 2014

(Dis)informazione

Nel breve comunicato i jihadisti affermano che la pratica è stata imposta dal profeta Maometto e riportano un elenco di suoi "hadith" (detti), che a loro dire contengono questo ordine.
ilgiornale

Quello che non convince di questa ed altre storie che circolano sull'Isil in questi giorni, è che le giustificazioni giurisprudenziali addotte per implementare certe pratiche sono molto deboli.

Riguardo all'infibulazione, percepita nel mondo Arabo come pratica derivata dalla cultura e non tanto dalla religione, tutti i detti del profeta al riguardo sono classificati come deboli o non autentici quindi poco attendibili.
Quello su cui si basano coloro che praticano la mutilazione racconta che una donna che era solita praticarla sulle ragazze nella città di Medina andò dal profeta per chiedergli se stesse seguendo le giuste procedure.
Il profeta le raccomandò massima delicatezza per non nuocere alla donna.
In questi casi la giurisprudenza indica non che il profeta Mohammed abbia imposto o raccomandato di fare qualcosa, ma che non essendosi opposto, la pratica sia permissibile.
Pare strano che un gruppo di sunniti di orientamento salafita che si ritiene superiore ai Qaedisti, segua la logica indicata nell'articolo.
Tanto più che la notizia in Arabo è stata data da un'agenzia e riportata da un pugno di giornali online.

La jihad del sesso non è contemplata dall'Islam.
Se ne parlò qualche anno fa a proposito delle ragazze Tunisine che sarebbero state offerte ai jihadisti del luogo e a quelli in Siria mentre combattevano.
Non si riuscì a stabilire se effettivamente qualche sapiente Musulmano avesse permesso ciò.
Mohammed al arefe eminente studioso Saudita alquanto controverso ma molto meno radicale di quanto lo descrivono, negò di aver mai emesso un parere giuridico (fatwa) in tal senso .
E quando il clamore finì, si scoprì che alcune televisioni che avrebbero intervistato  queste ragazze avevano trasmesso un vecchio servizio relativo alla guerra in Cecenia.
Una pratica che risale all'epoca pre-Islamica, il cosidetto periodo dell'ignoranza o jailiya, è quella della mutah ovvero il matrimonio a tempo.
Si trattava di un'usanza diffusa tra i mercanti e i guerrieri i quali costretti a lunghi periodi di lontananza da casa, stipulavano contratti di matrimonio per un periodo limitato di tempo con donne del luogo.
Questa pratica fu poi abolita in seguito ad ispirazione divina dallo stesso profeta agli albori del periodo Islamico.
E' un tipo di matrimonio che conservano tuttora gli sciiti ma che i sunniti non ritengono per nulla valido.
Suona strano che Abu bakr al baghdadi e i suoi ne permettano una forma simile e anche peggiore.

La foto dei manichini nei negozi di Mosul ai quali sarebbe stato ordinato di coprirne il volto, fa registrare un'altra anomalia.
Se gli appartenenti all'Isil sono così estremi come li dipingono, avrebbero dovuto ordinare di oscurare il volto con un manto non così trasparente oppure di toglierli del tutto dalla vetrina.
Quei vestiti rivelano le forme del corpo della donna e i colori sgarcianti le esaltano maggiormente il che è cosa sgradita ai Musulmani ancor più se aderenti a interpretazioni estreme, quali dovrebbero essere i nuovi padroni dell'Iraq.

Io ho l'impressione che tutte queste incongruenze siano sintomo del fatto che ormai la guerra in Iraq come altri conflitti o come anche le primavere Arabe, è diventata una guerra dei media tesa a screditare al baghdadi e i suoi.
Sui giornali anglosassoni non c'è ancora granchè sulla questione dell'infibulazione.
In Italia ne hanno dato notizia finora il tempo e il giornale, che lascia intuire chi abbia voluto dare risalto a questa storia.
Ciò che preoccupa di questa operazione mediatica, è che probabilmente non abbiamo altri mezzi per combattere i ribelli Iracheni.

Che si diranno domani al cisr ?



Foto Afp


Nessun commento:

Posta un commento