martedì 27 agosto 2013

P-Italy


Perché c’è, in quel gonfiabile rifiutato, in quel pitale-giocattolo per bambini messo all’indice, in quella scenografia da erigere in Montagnola che la professoressa Grifoni ha considerato indecorosa, un paradigma quasi assoluto di ciò che questa città è diventata: bacchettona, ignorante, provinciale.
luca bottura


A dar retta ai resoconti giornalistici, ci sarebbe soprattutto un problema di ritardo nell'emissione dei permessi, però il parere della soprintendenza, pare abbastanza inequivocabile, e senz'altro avrà avuto il suo peso nella decisione finale.

Quando la titolare dell'ufficio si insediò, parlò di una Bologna sciatta, che aveva bisogno di essere riportata agli antichi fasti.
Ora, se ciò che leggo in giro corrisponde a verità, a quattro anni di distanza, Bologna rimane una delle città più sporche e degradate di Italia.
Per chi ci è nato, ma anche per chi ci ha vissuto per un pò tanto da amarla, saperla così, è veramente un dolore.

Il problema più pressante forse, della Montagnola nella sua interezza, è rappresentato dallo spaccio e dalla presenza di loschi figuri.
Quanto più un'area è frequentata, e sede di eventi importanti, tanto più il crimine tenderà a spostarsi da un'altra parte.
La presenza di quel vaso gigante, non deve essere valutata di per se, come figura architettonica, ma come spettacolo che porta gioia ai bambini e coesione sociale.
Avrebbe contribuito in maniera superba, al decoro della Montagnola.

Per essere a capo di una struttura pubblica, è sufficiente tanto cuore e un pò di intelligenza.
Credo che gli amministratori bolognesi che si sono succeduti negli anni, non abbiano mai recepito questo concetto.

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