«Insegniamo loro le tecniche che usano i pirati perché è indispensabile avere dei mezzi di difesa basati sui metodi usati dagli attaccanti»
lastampa
I Francesi furono tra i primi ad avere l'idea di insegnare l'hackeraggio.
Più di dieci anni fa, un'università iniziò a tenere corsi, senza pero' darsi delle regole.
Dissero che a loro, la questione morale non interessava.
Oggi le cose sono cambiate e la figura dell' ethical hacker, è ormai una realtà certificata.
Uno dei migliori in circolazione è proprio un Italiano, Pierluigi Paganini, di cui consiglio un paio di eccellenti articoli sul deep web ( a first trip into the abyss the good and bad of the deep web ).
Quello che fa pensare pero', sempre che la stampa e l'avvocato Taormina ce la raccontino giusta, è che alla fine governi, aziende e polizie di tutto il mondo, vanno alla ricerca dell'hacker criminale.
L'etica è forse deleteria per la bravura o il disonesto puo', paradossalmente, garantire maggior onestà ?
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