Prima a fine 2012 in Questura, poi a inizio anno ai carabinieri che hanno scelto un approccio mirato alla vicenda, stabilendo un contatto diretto tra un luogotenente e la ragazza stessa.
ansa via corriere
Intervista luogotenente D'Elia e nota informativa dell'Arma sui reati persecutori
Secondo me, qualche testa in Questura salterà .
Questo è il tipo di vicenda che dona lustro al corpo, perchè può dimostrare in maniera tangibile la vicinanza alla popolazione .
In una città poi, dove alcuni poliziotti sono stati accusati di sfruttare cittadini stranieri, questa è stata un'occasione persa .
Ovviamente sui giornali locali al particolare specifico non si dà alcun risalto, però secondo me a questa povera ragazza è successa la stessa cosa che mi accadde anni fa, quando irritata per questioni procedurali che secondo l'agente del commissariato, non consentivano di prendere la denuncia immediatamente, volai di corsa dai carabinieri di porta San Mamolo e ottenni il mio bel pezzo di carta, oltre ad un sorriso e a quattro chiacchiere che mi rinfrancarono per una brutta avventura .
C'è da dire che era Sabato e la caserma era vuota, pero' credo l'avrebbero fatto lo stesso anche in mezzo alla confusione .
Il carabiniere, forse proprio perchè più "sfigato" rispetto al poliziotto, non parla tanto sui giornali, non ha sindacati a bizzeffe, copre il territorio in zone rurali, è abituato maggiormente alle tribolazioni .
Chi soffre, è in grado di riconoscere e comprendere la sofferenza, e sa anche ascoltare meglio la persona che soffre .
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