E invece no. Qualcuno lo ha convinto a stare zitto, a rimanere in galera, a costo di spaccarsi la testa in una delle sue quotidiane cadute. Qualcuno lo ha pregato di tacere, di morire come un cane senza dar fastidio. Probabilmente glielo hanno chiesto come atto di estremo amore.
Chiedo a suo figlio Angelo, così indignato per le condizioni di detenzione del padre, se pensa che così l’”onore” della famiglia sia salvo. Io, che pur figlio di mafioso non sono, avrei lottato con le unghie e con i denti per far uscire mio padre dall’inferno del 41 bis, lo avrei convinto a rinunciare alla sua idiota omertà. Non sarei andato in tv a farfugliare velate minacce e ad usare un vocabolario di stampo mafioso ormai vetusto, ma sarei andato da lui a chiedergli di tornare da noi, in qualunque modo.
ilfattoquotidianoMi pare esagerato dare tanta visibilita' ad un pezzo che trasuda odio e null'altro, pero' quando si attacca una persona a me cara, e in maniera ingiusta, non posso stare a guardare .
Per quel poco che posso conoscerlo, Angelo è una persona molto intelligente e sensibile .
Non credo affatto che sia stato lui a convincere il padre a non collaborare .
Lo ama e lo rispetta cosi' tanto, che non imporrebbe mai nulla a Bernardo Provenzano .
Nè lui, nè il fratello lo farebbero .
Sono i suoi figli. Ne hanno tutto il diritto .
Chiunque fosse nelle condizioni di Provenzano, messo cioè spalle al muro da un ricatto, non collaborerebbe .
Mettere la famiglia in un sistema di protezione oggi, e lo confermano sia i collaboratori di giustizia che coloro i quali, sono vittime di racket ed usura, equivale ad una condanna a morte .
E' un sistema che non funziona .
Non è questione di onore .
Ognuno di noi ha un codice di comportamento che si impone di seguire nella vita .
Per Angelo, questo è il rispetto .
Io credo, dalle poche interviste che ha rilasciato in questi anni, che lui si senta tradito da tutto il sistema .
Per questo forse non ha incoraggiato il padre verso la collaborazione .
E poi parliamone di questa collaborazione :
dove starebbe l'equilibrio, la giustizia in tutto cio' ?
Se Bernardo Provenzano avesse ricevuto tutte le cure che gli sono dovute, non sarebbe caduto una seconda volta in carcere .
Chi ne chiede il pentimento per fargli avere le cure necessarie, sta semplicemente facendo un ricatto di stampo mafioso .
Io posso anche capirli certi atteggiamenti .
Il dolore di chi ha perso una persona per mano della mafia, non ha eguali .
Il perdono è prerogativa di pochi .
Eppero' poi non si puo' andare in piazza a dimostrare per questo o quel magistrato, e chiedere giustizia .
La giustizia, se la si vuole, la si dove pretendere sempre e in ogni caso, anche quando è scomoda .
Signor Calasanzio, diciamoci la verita' :
se lei all'inizio della sua carriera non avesse usato il cognome Borsellino, di cui puo' far uso legittimamente, ma non è della stessa persona conosciuta e ammirata in tutta la nazione, oggi non avrebbe la visibilita' che ha, nè godrebbe dell'attenzione di certa stampa .
Lei puo' continuare a prendersela con Angelo fino a quando vuole .
Tanto ormai lui ci è abituato . Ogni volta che lo colpite, alza l'asticella del dolore e continua a saltare .
Pero' qui si continua a fuggire dal vero problema, che è quello di un Paese a cui la mafia fa comodo .
Per anni ha fatto comodo pensare che Bernardo Provenzano fosse l'unico male della Sicilia, adesso torna utile pensare che la sua morte sollevera' tutti da un peso .
E forse lo fara', ma non è la soluzione .
Signor Calasanzio,
sia lei, che Angelo Provenzano, siete vittime della cultura mafiosa .
Su fronti opposti, l'avete subita .
Finchè rimarrete distanti, a cercare di non comprendervi, ne uscirete sconfitti tutti e due .
Ne uscira' sconfitta la Sicilia, l'Italia tutta .
Se è questo che vuole, continui pure .
Accanirsi contro un uomo che è accorso sul letto di morte del padre, non è etico, nè mostra un gran coraggio da parte sua .
Continui pure a prendersela con Angelo, se cio' la fa sentire meglio .
Ma sono sicura che in cuor suo sa, che non è giusto, e che è una maniera come un'altra, per sfuggire dalla realta' .
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