Tempo fa mi chiedevo come fosse possibile che il pentito Lo Verso, pur avendo rinuciato al programma di protezione ed essendo tornato al suo paese, sia ancora vivo e vegeto .
La risposta e' arrivata ascoltando la registrazione della deposizione di Gaspare Mutolo (il miracolato che vuole fare il ritiro spirituale) al processo Mori-Obinu : non gliene fotte (francesismo necessario) niente a nessuno di quello che questi dicono, perche' nulla dicono .
E tra quelli che dovrebbero essere interessati, molti sono in galera o sotto terra .
Mutolo ha chiarito subito che la ragione della sua collaborazione, comunicata a Falcone prima e De Gennaro dopo, fu il trasferimento in ospedale e successiva sistemazione in una sede provvisoria della DIA .
E fin qui niente di strano .
La vita e' un do ut des .
L'esame verteva interamente sulle sue dichiarazioni rese a verbale, nel 2009-2010, circa colloqui extra-interrogatorio, avuti con Borsellino, al quale secondo lui, assistettero elementi della DIA .
Il pubblico ministero gli ha chiesto almeno quattro volte la conferma di quanto detto a verbale, cioe' che lui aveva sentito espressamente Borsellino dire che c'era l'intenzione da parte delle istituzioni, di accogliere le richieste di Pippo Calo' e dei alcuni capi mandamento inizialmente, e di camorristi in seguito , di avere sconti di pena, una specie di amnistia, per il solo fatto di accettare la dissociazione, non il pentimento .
Nel corso dell'esame Mutolo ha sempre detto che gli sembrava di aver sentito Borsellino dire che ...., lui dai discorsi sentiti ...., ha ricostruito che ......., ma non ricorda dialoghi diretti .
L'unica cosa certa e' che Borsellino urlava : questi sono pazzi .
Alla fine ha detto che l'ha sentito chiaramente, ma non e' stato convincente .
Ha gettato l'assist a Gratteri, De Gennaro e Di Petrillo, il quale avendo testimoniato subito dopo, ha smentito d'aver sentito discorsi del genere dal giudice Borsellino e a sua volta ha lanciato l'assist su Gratteri, che era responsabile della gestione di Mutolo e che verra' sentito, impegni permettendo, il 22 Giugno .
Poi s'e' parlato del famoso incontro con il ministro, che inizialmente Mutolo ha detto esserci stato, e poi ha negato, riferendo che lo stesso Borsellino, con rabbia, chiedeva chi mai poteva aver fatto illazioni del genere .
Anche Di Petrillo ha confermato un incontro, ma con il prefetto Parisi .
A proposito di Bruno Contrada, il pentito ha detto che aveva manifestato a Borsellino la disponibilita' ad aiutarlo riguardo a Mutolo, facendo cosi' sorgere dubbi sul perche' sapesse del collaboratore .
Poi ha corretto il tiro, dicendo semplicemente che Borsellino aveva incontrato Contrada e il dott .Signorino .
Dulcis in fundo, si e' detto certo che Mori scendesse ad intervalli regolari a Palermo, perche' i ragazzi della DIA che lo scortavano, avevano timori circa le macchine che transitavano nei luoghi dove era Mutolo .
Temevano secondo lui, che non si trattasse di semplici mafiosi che si volevano vendicare, ma dei servizi segreti, di cui Mori era parte oltre che ad essere comandante ROS .
Mi ha fatto venire in mente che mentre aspettavo l'autobus ieri in centro a Pescara, mi e' passata davanti un'auto della polizia per ben tre volte, sempre la stessa, targa 75433, e ho pensato che la polizia magari mi segue .
Ha detto che il riferimento a Mori era individuabile da menzioni di elementi della DIA ma non ricorda chi .
Non puo' essere piu' preciso a tal proposito, perche' all'epoca magistrati di tutto il mondo venivano ad interrogarlo .
Avevamo una star, e non ce ne eravamo accorti .
E lui mai parlo' di queste trattative mafia-stato, perche' nessuno glielo chiese .
Non pensava fosse cosi' importante, ha detto .
Speriamo di sentire Gratteri a tal proposito, ma mi figuro gia' la risposta .
Ci ha ficcato pure la massoneria, ma non ha saputo sviluppare nomi e circostanze .
Questo signore, lustrato e riverito da poliziotti, magistrati e giudici, ha manifestato dinanzi a Borsellino, il suo sconcerto per la sentenza sull'omicidio Lipari, affermando che a lui era ben chiaro chi fossero i colpevoli .
Di ben altro tenore e' stata la deposizione del colonnello Di Petrillo, non tanto per il contributo al processo, quanto per lo spessore umano dell'individuo .
Il colonnello ha negato tutti i riferimenti fatti da Mutolo e sotto la spinta del magistrato, ha raccontato del suo dialogo fuori interrogatorio, con Badalamenti, che gli disse "stavamo dalla stessa parte".
Come spiegato dall'ufficiale, questa fu semplicemente la goccia che fece traboccare il vaso e lo indusse a lasciare definitivamente l'Arma e credo sia stato sincero per tutto il corso della deposizione .
Ecco questo a mio parere, chiarisce quanto siano inutili i pentiti di oggi e i processi che vogliono trovare cose che magari ci sono , ma che hanno bisogno di conferme solide .
Quando un uomo del calibro del colonnello Di Petrillo, che ha dato un contributo cosi' alto nella lotta alla criminalita', decide di farsi da parte perche' deluso dall'ambiente in cui lavora e se ne va a proteggere l'olio nero, ebbene lo Stato ha fallito .
Continuiamo a girare attorno a persone che ci raccontano di fatti e meccanismi che risalgono a venti, trent'anni fa ma che non possono portare nulla di nuovo .
Se si pentissero sul serio i Riina e i Provenzano, allora varrebbe la pena .
Ma cosi', stiamo sprecando soldi, scorte e magistrati, per niente .
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