Vede, un trasferimento si decide sulla scorta di motivi e valutazioni che devono essere comunicati formalmente .
Mi spiego meglio : se l'amministrazione viene informata formalmente, allora puo' avvenire il trasferimento, ma non nel caso in cui non viene informata, o viene informata in modo che io censuro, cioe' a voce .
Insomma non dispongo trasferimenti perche' un uccellino mi dice che c'e' un'indagine in corso, qualcuno me lo deve dire per iscritto .
Se invece vengo avvisato formalmente, prendo carta e penna e posso anche decidermi a motivare un trasferimento . Antonio Manganelli 06-12-2011
“Confermo quanto detto oggi in aula dal capo della polizia Antonio Manganelli: espressi al prefetto Cirillo la necessità di trasferire Vittorio Pisani, all’epoca capo della Squadra Mobile di Napoli, perché ero cosciente del rischio che correva l’immagine della polizia di Stato” Giandomenico Lepore 19 Giugno 2012 ore 17.17
Quando si fanno certe dichiarazioni, i pubblici ministeri alla Sergio Amato, se le legano al dito, e prima o poi, ti presentano il conto, anche se sei uno degli uomini piu' potenti d'Italia .
All'indomani degli ordini di custodia cautelare e del provvedimento restrittivo nei confronti del Pisani, i giornali, principalmente il Roma e Repubblica, parlarono di tre tentativi da parte della procura di Napoli, di far allontanare l'allora capo della mobile .
E scrissero di trasferimento, non di promozione .
Se le informazioni furono date loro dalla DIA, dalla procura o dalla mobile, questo non e' dato sapere .
Per come l'abbiamo sentita dal prefetto Manganelli, e credo che Lepore si debba ascoltare per bene la deposizione o affidarsi a messaggeri migliori, pare che il procuratore sia andato a mendicare un provvedimento che poi alla fine conveniva piu' che altro alla polizia .
Sarebbe stato interessante sapere esattamente quando cio' avvenne, perche' spiegherebbe per quale motivo, il Pisani non fu mai messo sotto intercettazioni o perche' non fu mai allontanato, cosa che sarebbe sembrata logica e sarebbe convenuta alla polizia di stato innanzitutto, quella con la lettera maiuscola, per intenderci .
C'era effettivo timore reverenziale, come sembrerebbe dalla testimonianza odierna , o semplice rassegnazione per il fatto che un poliziotto come lui e con la sua rete di contatti, se ne sarebbe accorto prima o poi ?
La cosa strana e' che, se fosse vera la teoria che Pisani incute terrore a tutti, procura inclusa , questa confliggerebbe con quella delle persone vicine a lui, giornalisti e quant'altro, che sostengono che il pubblico ministero, sia spinto da manie di grandezza e voglia a tutti costi metterlo in gabbia .
Credo che Amato abbia altri obiettivi nella vita .
Il bello delle teorie e' che sono solo teorie, come le canzonette .
Insomma con tutto il rispetto per il pedigree del Manga e per lo stato di disagio che probabilmente all'epoca gli causo' lo stato di salute, la deposizione di oggi, sul punto, e' stata alquanto confusa sulle date delle telefonate e sulla sua posizione geografica, all'epoca in cui esse avvennero .
Ai fini processuali, non credo fosse una manovra utile .
Piu' che altro e' stata una manovra da squaletto .
Sicuramente c'e' stato qualche accordo tra le due parti, come spesso ho scritto, ma la procura che mendica, non suona credibile .
Se avessero voluto toglierlo di mezzo perche' la sua presenza era effettivamente di intralcio alle indagini, avrebbero dovuto chiederlo gia' dal 2009, epoca del famoso verbale da non collaboratore di Lo Russo, quando gia' facevano domande in proposito .
Gli altri punti sui quali non ha convinto il grande capo, sono stati quello del primo trasferimento allo SCO di Pisani e la questione degli esposti .
Il poliziotto ne parlo' molto chiaramente nell' intervista concessa a Zincone, e i dialoghi tra Manganelli e Palmeri al circolo tennis, sono quantomeno strani .
La circostanza degli esposti, e' difficile da capire per non addetti ai lavori, ma per uno impegnato come lui, ci sta tutta . Pero' non si capisce come, Giuffre' invece abbia allertato direttamente Gratteri e Caldarozzi .
Non dimentichiamo che Gratteri, che non e' uno che muove il lato B dalla sedia per piccolezze, ando' di persona a Napoli il giorno che Pisani venne via definitivamente .
Quindi, per quante centinaia di esposti anonimi uno possa ricevere al giorno, se te ne arriva uno, su un poliziotto che tu stesso reputi di grandi qualita', non lo lasci al vice e allo staff .
Credo che la deposizione del prefetto Cirillo, debba essere ricordata, assieme a quella del dott. Gratteri, come la piu' lucida e onesta .
Non a caso ritengo che attualmente sarebbe giusto dargli il posto di capo della polizia .
Se Manganelli ha tirato qualche sciabolata , in maniera inconsapevole o meno, magari un giorno lo sapremo, Cirillo ha fatto semplicemente il suo dovere di poliziotto, descrivendo quella che e' l'attivita' di un investigatore di razza .
Ci ha aiutato a capire, cosa che mi e' stata confermata anche da altri che hanno lavorato su fenomeni di criminalita' organizzata mafiosa, come quelle relazioni presentate, siano effettivamente un superfluo .
Ci sono investigatori che non solo non ne vedono la necessita', ma oppongono netto rifiuto alle richieste di dettagli, inoltrate dal magistrato .
Questo non solo puo' essere segno della precisione di Pisani, ma deve indurre la procura a controllarne in maniera rigorosa l'autenticita', soprattutto prima di esaminarlo come teste .
Altri spunti offerti dalle parole del prefetto, sono sull'effettiva contropartita di cui ha potuto godere il Lo Russo, e sul perche' il Pisani, se ne sia servito per cosi' tanto tempo, con il rischio di generare una dipendenza sospetta, che poi e' diventata uno dei dubbi maggiori presentati da questo processo .
Sulla conoscenza o meno del nome Iorio-Potenza, dovremmo notare, in virtu' della testimonianza Merolla, e in quanto frequentatore del locale di Bologna, che pare strano che non conoscesse i locali di Napoli e chi li gestiva, ma per il momento, ad un uomo dal sorriso cosi' bello, possiamo perdonare questo ed altro .
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