"E chi l'ha detto che quell'uomo fosse davvero Bernardo Provenzano? Gli inquirenti sostengono che hanno adesso anche il suo Dna. Io penso invece che non abbiamo proprio niente. Loro da alcuni frammenti di prostata di un uomo operato in Francia sono risaliti al Dna di qualcuno, qualcuno che dicono sia Bernardo Provenzano. Un procedimento al contrario. Per avere la certezza che quell'uomo fosse il mio cliente avrebbero dovuto avere il suo Dna e poi confrontarlo con quell'altro trovato alla clinica. Il fatto è che il Dna di Provenzano gli inquirenti non ce l'hanno mai avuto". Salvatore Traina 31 Marzo 2006
Nessun esame del dna per Provenzano. "All'esame - spiega Pietro Grasso - si ricorre solo nel caso in cui ci fosse una contestazione di identità, cosa che non è avvenuta". Il boss ora "è in carcere, dove gli sono state notificate le sentenze che lo condannano all'ergastolo". Quanto all'avvocato di Provenzano, che tempo fa lo aveva dato per morto, Grasso esclude azioni penali, rispondendo ai cronisti con una battuta: "Credo che il legale di Provenzano possa essere oggetto solo degli scongiuri del boss mafioso..."Pietro Grasso 11 Aprile 2006
Provenzano si sarebbe fatto clinicamente seguire a Viterbo? Secondo me no. Fossi stato io Provenzano avrei fatto girareManca come un cagnolino. Lo avrei – ovviamente – costretto a curarmi. Dove?
In una clinica privata, oh yes! Magari romana, in quella Capitale dei vizi e delle virtù enorme, città eterna, città dove Provenzano aveva appoggi a fottere. Ovunque. Anche nel campo clinico. Anche in quello massonico. Ai più alti livelli.Galullo 3 Maggio 2012
L'investigatore che teneva sotto controllo la casa di Provenzano a Corleone, si disse insospettito da un giro di telefonate tra Lo Bue e suo cugino, il figlio maggiore di Provenzano, e dalla conseguente visita del Lo Bue , che in base a comportamenti tipici di quelle parti, non sarebbe dovuta avvenire, perche' in casa a quell'ora, si supponeva ci fosse solo la moglie dell'anziano boss .
Il poliziotto si soffermo' sulla mentalita' .
Credo che in base a cio' possa spiegarsi una eventuale presenza di Provenzano a Viterbo .
Parliamo di un uomo malato e solo, che ha in un compaesano, la chiave di soluzione ai suoi problemi .
Lo seguirebbe ovunque, nonostante i pericoli .
Chi e' del Sud e ha patito la solitudine e la malattia fuori casa, sa di cosa sto parlando .
E comunque, a questo punto, non ci giurerei che Provenzano avesse tutti questi legami nella capitale .
Chi manovra, non si lega .
Il perche' delle dichiarazioni dell'allora avvocato di Provenzano, circa la sua presunta morte, a mio modesto parere, si potra' capire solo quando tutti i misteri sulla latitanza del boss, e sui suoi effettivi referenti a livello istituzionale, verranno chiariti .
A volare di fantasia, si potrebbe ipotizzare un bluff .
A meno di due settimane da una cattura, che alla luce delle eventuali trattative, non doveva esserci, la sbandierata morte di Provenzano poteva essere un messaggio, o una proposta .
E di bluff bisogna parlare anche a proposito del famigerato DNA .
Probabilmente non c'e' mai stato, ma serviva come deterrente o come mossa pubblicitaria .
Servi', secondo il procuratore Grasso, a smantellare il mediatore .
Probabilmente ci fu un'intuizione, nemmeno confermata, se non dalle parole del pentito di turno, che parlo' del viaggio in camion di Provenzano, ma che porto' ad un nulla di fatto .
Se veramente Grasso aveva cartelle cliniche e DNA, avrebbe potuto acchiappare Provenzano al volo, e non negherebbe le prove sulla presenza di Manca a Marsiglia, alla famiglia e agli investigatori impegnati nelle ricerche sulla morte del giovane medico .
Tutta questa storia suona come un grande bluff, che pesa sulle spalle delle persone coinvolte, sia vittime che carnefici .
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