L'intervista integrale passata stasera, purtroppo a tarda ora, da Servizio Pubblico, rende giustizia, se mai ve ne fosse necessita', ad Angelo Provenzano .
L'immagine che veniva fuori dal montaggio precedente, complice un cumulo di espressioni fatte di mimica facciale apparentemente ben studiata, pause ad hoc e respiri tirati al momento giusto, unitamente alle tematiche trattate, era quella di un uomo un po' teatrale, che a tratti cadeva in atteggiamenti bulleschi, il che ha compromesso per lo piu', lo scopo dell'intervista stessa, cioe' quella dell'appello, come grido di dolore, per il padre .
Il Provenzano visto stasera, che suo malgrado credo sia stato passato ai raggi X e psicanalizzato, un po' da tutti noi, e' quello che e' apparso sin dall'inizio, a chi lo ha ascoltato senza farsi sopraffare dai pregiudizi : un uomo che ha vissuto piu' vite in una, e tutte non facili, senza averlo chiesto, e che ora si ritrova con la responsabilita' di vari pesi, primo tra tutti, quello di fare da capofamiglia .
E' una persona che ha avuto coraggio ad apparire in un'arena come quella di Santoro . Stasera lo abbiamo visto anche un po' spaventato o forse confuso, un James Dean moderno, un finto duro piu' impegnato a difendersi che ad attaccare, ma determinato ad ottenere cio' che a lui e al padre spettano di diritto .
Ritengo che l'errore strategico commesso da Angelo, tranello in cui e' caduto anche il pentito in tenuta da baseball che ci voleva fare un corso accelerato di mafia in pochi minuti, e che gli ha attirato immediatamente una ventata di critiche settimane fa, sia stato il tirare in ballo il massacro di Portella della Ginestra .
Il parallelo era indubbiamente calzante, ma buttato la', nel mezzo dell'intervista, ha probabilmente contribuito a nutrire dubbi sulle sue intenzioni .
Credo che l'idea di venire fuori adesso in video, sia stata azzeccata, anche se magari adesso il battage pubblicitario comincia a pesargli, e purtroppo al momento Servizio Pubblico, con tutti i suoi limiti, rimane l'unica piattaforma credibile per parlare di mafia .
L'importante e' che rimanga un episodio isolato e non diventi parte dei circhi messi su da Santoro .
Quei ragazzi che qualche anno fa a Bagheria dicevano come le famiglie di Aiello e Provenzano facessero la bella vita, forse dovrebbero fermarsi un attimo per ascoltare di piu' e parlare di meno .
Fino a quando Angelo Provenzano non dirà "la mafia fa schifo e se mio padre ha fatto parte della mafia fa schifo pure lui, ma è mio padre" non credo si potrà prendere in considerazione. Certo, questa vita non l'ha voluta lui questa vita. Anche Emanuela Loi voleva volare, ma non come poi è stato.
RispondiEliminaAttendiamo fiduciosi
come molti, lei gli addossa colpe che non ha
EliminaForse non ci siamo capiti
Il vostro ragionamento e' di stampo mafioso
E' un ricatto, sa di vendetta
La giustizia che lui chiede per il padre, non ha niente a che fare con i morti
E' un atto dovuto, a meno che il nostro ordinamento non cambi