giovedì 12 aprile 2012

Sulla comunione negata

Non so chi effettivamente dica la verita' .
De il Fatto non mi fido alquanto, perche' spesso creano casi per aizzare le folle, e il prete che adesso sta dicendo che il bimbo rigurgitava, ovviamente ora sta cercando di salvare capre e cavoli .

Mi ricordo che la buonanima del parroco del mio paese, quando si trattava di concedere i sacramenti, la faceva lunga perche', diceva lui, voleva essere sicuro del fatto che il fedele fosse veramente convinto del gesto .
Credo di essermi fatta, tra comunione e cresima, una quindicina d'anni di catechismo settimanale, quando in altre parrocchie fissavano un limite temporale di un paio d'anni, massimo tre .
La cresima fu quella che mi fece piu' penare .
In fondo rappresenta il lasciapassare per il matrimonio, quindi era molto ambita, e il parroco ce la faceva sudare .
Era una cosa talmente seria, che i genitori di quelli che non riuscivano ad ottenerla, esasperati una sera volevano picchiarlo, si mormorava, cosi' vennero i carabinieri dal paese vicino, in perlustrazione preventiva .

Ogni anno, al termine delle lezioni, prendevamo e andavamo in qualche convento, in ritiro spirituale, a pregare e dialogare tra noi .
Il clou era un colloquio, faccia a faccia con il parroco, durante il quale si parlava del sacramento e delle motivazioni che ci spingevano a richiederlo .
Da quel dialogo core a core, il prete diceva avrebbe capito se fossimo sinceri o meno .
E al ritorno, il lunedi' successivo, egli affiggeva sulla bacheca della chiesa la lista degli ammessi .
Per un bel po' di anni il mio nome non c'era .
L'ultima volta, prima di partire per il ritiro, feci mente locale, su cosa un prete volesse sentirsi dire, per dare quel benedetto assenso .
Mi rilessi i libri del catechismo,  feci un esame di coscienza, e preparai un bel discorsetto .
Al momento del faccia a faccia, feci un gran sorriso ed esposi i miei sentimenti, tutti falsi ovviamente .
Durante il viaggio di ritorno, pensai che non sarei passata nemmeno quella volta, che un prete lo sapeva se uno diceva la verita' .
La settimana dopo, il mio nome era sulla lista .
In seguito scoprii che il motivo per il quale volevano menarlo al parroco, e' che lui la dava , la cresima, a chi poteva ricambiare .

Ora, ho lasciato il cattolicesimo piu' di dieci anni fa, disillusa da una teologia che non ha senso, e dai clerici che si arrogano poteri divini che non hanno, ma rimanendo parte importante del mio passato e della mia eredita' culturale, mi permetto di dire che, se effettivamente il prete e' sincero, ha avuto ragione a negare un sacramento di cui si deve avere coscienza .
E' un concetto che esprimo soprattutto in difesa del bimbo, che solo per il fatto di essere nato in Italia, si ritrova d'ufficio cristiano cattolico .
Non e' giusto .
La religione e' una cosa importante, Dio e' l'unico al quale possiamo tranquillamente affidare le nostre vite .

Il mio parroco disse una volta, che non gli piacevano i nomi tipo Addolorata, perche' sapevano di condanna .
Ecco Dio non e' una condanna, ma una benedizione .
Ma deve essere un Dio scelto, non imposto .

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