Un incontro con i giornalisti in un momento altamente critico per il destino del Nord della Siria, è ordinaria amministrazione per Abu Mohammed Al Joulani. La novità è rappresentata da ben due interviste a margine della conferenza stampa e dalle sottolineature rivolte alla popolazione turca e agli eserciti sostenuti direttamente dalla Turchia piuttosto che ai civili siriani e ai "dissidenti" di Hayat Tahrir.
Erdogan sta subendo, rispetto al consenso popolare, il contraccolpo delle difficoltà incontrate dall'esercito turco sul campo (la morte dei soldati turchi ha destato grande emozione) e ciò potrebbe creargli problemi all'interno del partito.
La precisazione a proposito dell'assenza di reclusi appartenenti ad altri gruppi all'interno delle prigioni di Hayat Tahrir, ha altresì confermato l'impressione che c'è malumore nei ranghi degli eserciti messi assieme dalla Turchia dalle ceneri dei cosidetti ribelli, che evidentemente non vedono di buon grado il coordinamento con HTS e soprattutto l'enorme carico di armi (ampiamente testimoniato dalle immagini) destinato giornalmente agli uomini di Al Joulani.
Il capo del MIT, che oltre ad intrattenere rapporti con tutte le varie componenti dell'opposizione siriana, è solito supervisionare l'organizzazione mediatica a supporto delle mosse turche, ha evidentemente dato indicazioni ben precise al comandante generale di Hayat Tahrir.
Nel pomeriggio Erdogan avrebbe sentito sia Trump che i rappresentanti del governo russo incaricati del file siriano. I resoconti delle telefonate da parte degli uffici stampa sono alquanto in contrasto tra loro.
L'intervista
Video
L'enfasi sulle azioni nefaste di russi e iraniani è un consiglio ad Erdogan.
I cui apparati militari già in passato non diedero retta alle indicazioni di Al Joulani circa la debolezza della disposizione dei punti di osservazione turchi. In questi giorni hanno pagato un prezzo alto per questa svista.

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