sabato 31 agosto 2019

الأمير المنسي

Il principe dimenticato, titolo che aveva scelto per un suo canale social, era uno dei qaedisti di peso liberati dall'Iran nel 2015 per recuperare un diplomatico rapito in Yemen.
Abu Khallad al Muhandis, conosciuto anche come Sari Shihab, era una delle colonne giordane di Al Qaeda in Siria. Fedelissimo di Al Zarqawi, veterano della guerra in Afghanistan e, secondo alcuni, anche suocero di Saif Al Adel. Un'altra stella tra i cinque scesi in Siria da Tehran.
L'ingegnere fu tra i componenti di vertice di Al Qaeda in Siria ad essere arrestati da Hayat Tahrir nel 2017 in un momento di forti tensioni a causa del distacco di Al Joulani da Al Zawahiri.



In molti hanno collegato la sua morte, avvenuta tramite una autobomba più di una settimana fa, allo strike americano odierno a Marat Masreen (al momento è disponibile il virgolettato di un emailed statement alle agenzie stampa da parte di Centcom e le solite immagini da telefonino diffuse attraverso social all'arrivo delle ambulanze)  che ha causato la morte di diversi componenti di Hurras adDeen e di altri gruppi jihadisti impegnati in un incontro nella zona a nord di Idlib.
In realtà lo scenario siriano sta diventando sempre più complesso.
Al Qaeda in Siria si sta confrontando con forti controversie interne anche in vista del dopo Al Zawahiri.
La trasformazione politica di Al Joulani ha aggiunto un elemento di novità nel campo jihadista. Il cessate il fuoco avrebbe la funzione di trasformare questa evoluzione in uno scioglimento di Hayat Tahrir.
Turchia, Russia e Iran non riescono a trovare la quadra per una soluzione finale.
Gli americani sono per il momento fuori dai giochi e impegnati su altri campi.
E' possibile che gli eventi degli ultimi giorni siano quello che sembrano.
Una resa dei conti e la legittima individuazione e neutralizzazione di un gruppo terroristico.

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