“We will try on the path of dialogue... to hand them over to their countries, but if our hope is cut, we will have other options,” he said. He declined to explain what he meant by “other options” apart from no longer detaining the prisoners. reuters
Russia e Sudan hanno altre vie per fare fronte a questo tipo di incombenze.
Ne scrissi qualche mese fa pensando che Paesi come l'Inghilterra e gli Stati Uniti, cioè gente magari cinica ma pratica, lo stessero già facendo. E forse è stato fatto, ma qualcosa è andato storto visto che il ricatto aleggia nell'aria.
Gli affiliati a Daesh sono irrecuperabili al momento.
Non possono tornare nelle nostre aule di tribunale e prigioni. Né possono essere sottoposti a programmi di recupero. Non siamo veramente attrezzati per accoglierli. C'è bisogno di una gestione personalizzata. Per anni ne abbiamo discusso semplicemente perché i governi potessero trarre qualche vantaggio dalla strategia della tensione (a oggi, e giustamente ma ha detto cose che sapevamo già, ancora il prefetto Gabrielli fa notizia con le dichiarazioni su Roma simbolo della cristianità) . E parecchi si sono costruiti una carriera come esperti di antiterrorismo a convegni e talk show televisivi. L'Europa è piena di think tank e siti di geopolitica che hanno fatto fortuna. Ma la realtà è più complessa.
Nemmeno possono rimanere in medio-oriente e costituire materiale di scambio per i prossimi dieci anni, quando non si corre il rischio che diventino lo scheletro del Daesh in via di formazione.
Other options all the way è l'unica soluzione. Ai curdi va spiegato cosa fare e bisogna mettere in chiaro che non si devono permettere di fare ricatti. O ne patiranno le conseguenze.
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