giovedì 9 agosto 2018

Arabia Saudita verso l'isolamento

The crisis with Canada was imposed on us.
There is nothing to mediate. A mistake has been made and a mistake should be corrected.
Adel Al Jubeir

Se un centro di studi religiosi dedito alla lotta contro l'estremismo, costruito in Arabia Saudita e sostenuto dal governo, mostrasse sulla sua pagina Facebook un'immagine con una citazione di Gandhi, il Paese sarebbe scosso da violente proteste.
L'orientamento tenuto in Malesia, e l'accordo raggiunto lo scorso anno tra i rispettivi ministeri della difesa per aprire il King Salman Centre a Kuala Lumpur, sono la sintesi del modo in cui l'Arabia Saudita mantiene le relazioni nell'area indonesiana. Un misto costituito da affari e politica nel pieno rispetto dei sentimenti locali.
La moderazione della Malesia, unitamente all'estrema freddezza che caratterizza il rapporto con lo sciismo, è stata al centro della visita di Sua Maestà Salman lo scorso anno.
Un alleato prezioso. Non solo per le questioni energetiche e le schermaglie contro l'Iran.
L'annuncio dato nei giorni scorsi dal ministro della difesa, circa la chiusura del King Salman Centre, e anche l'intenzione di ritirare le truppe malesi dallo Yemen e dai centri di addestramento sauditi, suonano un campanello d'allarme al quale bisogna prestare attenzione.
Se anche un Paese islamico, al netto delle esigenze interne, manda un segnale forte d'insofferenza nei confronti dell'Arabia Saudita, vuol dire che è stato passato il segno.

Adel Al Jubeir è cresciuto all'ombra di Saud Al Faisal.
Chi lo conosce sa, che difficilmente può ritenersi soddisfatto dell'indirizzo adottato ai giorni nostri in politica estera dall'Arabia Saudita. Cioè da Mohammed bin Salman.
Nei circoli reali si mormora che, se in precedenza l'atmosfera era ancora fresca di perplessità, adesso l'establishment saudita inizia ad essere carico d'insoddisfazione a causa delle decisioni prese dal giovane erede al trono.
Il Canada, che ha grande necessità di sviluppare aree commerciali con l'Arabia Saudita per sottrarsi agli enormi costi che comportano gli accordi con gli Stati Uniti, di certo non si aspettava di diventare protagonista di un casus belli che vuole essere di monito per gli interlocutori del regno.
D'altra parte Mohammed bin Salman, stretto tra una morsa interna poco incline alle riforme e le pressioni occidentali che vedono nelle aperture del giovane principe un modo per allargare la propria sfera d'influenza, ha decisamente ecceduto nel reagire.
E non pare intenzionato a tornare sui suoi passi.
Si tratta di un indicatore foriero di un possibile ritorno a periodi bui del passato molto distanti da venti di cambiamento.

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