“This focus on marriage was (and still is) a huge problem in the coverage of women who went to join ISIS. I particularly dislike the term "jihadi brides". For every woman who gets married, there is a man - yet I have never heard anyone speak of "jihadi grooms".
The term also stresses that women were supposedly mostly motivated to join ISIS by romance and their ties to a man. While we know that this played a role in some cases, it is often not the whole story. Instead, existing research on the topic stresses that women and men largely went to join ISIS for very similar reasons, such as feelings of isolation and marginalisation in their home countries, the war in Syria, the belief in ISIS ideology and so on.”
albawaba
Le due cose sono strettamente connesse.
La religione fa da ponte tra Daesh e l'amore.
La vera personalità della donna esce fuori quando arriva in Siria e in Iraq e viene presa in consegna dalle altre sorelle per essere addestrata ai compiti che Daesh le assegna anche, e non solo, all'interno della famiglia.
Le interviste a Meriem al Rehaily e Maria Giulia Sergio, e il resoconto della vita siriana di Alice Brignoli, hanno mostrato donne forti e caparbie. Poco sappiamo dei loro trascorsi italiani. Ma soprattutto dell'approccio tentato con loro in rete e fuori.
Il matrimonio per un musulmano è parte integrante della fede e del dovere religioso.
Per una donna in Occidente è difficile trovare un marito con le caratteristiche desiderate.
Una parte importante della sensazione di essere ai margini della società, per la donna ruota attorno a questo aspetto. L'ansia di non riuscire a sentirsi una musulmana vera a causa delle difficoltà che s'incontrano nel tentativo di completare il proprio percorso di fede con un compagno adeguato. L'uomo ideale da sposare è un musulmano sunnita "praticante".
Aggettivo considerato obsoleto nella pratica islamica, visto che l'Islam è un sistema di vita da abbracciare completamente, ma che in occidente bisogna purtroppo usare proprio perché spesso si è costretti a trascurare o abbandonare del tutto alcune abitudini e norme.
Nel momento in cui il reclutatore mette in atto le attività di grooming virtuale per attrarre a sé la preda femminile, la giovane musulmana vede un'opportunità di matrimonio ma anche di realizzazione delle proprie aspirazioni. Se decide di partire per le terre d'Islam che sono in guerra, acconsentendo anche a sposare un uomo conosciuto in rete o di cui le è stata rappresentata l'esistenza, lo fa perché questi abbraccia le interpretazioni religiose proprie di Daesh.
In questo contesto la semplificazione posta in essere da tempo, da parte di media e studiosi che usano il termine jihadi bride per sottolineare un comportamento che vede la donna vittima o succube di un sistema (Internet e interpretazioni religiose), può essere usata in maniera legittima.
L'importante è che il profilo complessivo, attraverso il quale viene alla fine caratterizzato il fenomeno, tenga conto anche delle successive evoluzioni .
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