sabato 2 giugno 2018

Yalla crazy Mo

Muhammad al-Harthy did not write about all his travels. The poet Mohammed Ahmed Al Suwaidi gave him moral and material support to travel to India and to write, after his winning book, "Ain and Wing: Journeys in the Virgin Islands, Zanzibar, Thailand, Vietnam, Andalusia, the Empty Quarter" won the Ibn Battuta Prize in 2003, There, he did not write, but he had a desire to roam in Nepal and Tibet, which he visited several times, before he completed his book "The Ocean of Kathmandu akhbarlibya

Nel corso di un viaggio in India, una decina di anni fa, una televisione locale lo intervistò per avere lumi sul panorama letterario omanita. Lui non perse l'occasione per lamentarsi con vigore del ministero dell'informazione. Non c'era ancora il clima delle primavere arabe ma l'attenzione era alta e il dissenso non era tollerato. Per di più il ministro era un giornalista come lui che poco gradiva le critiche e meno assai lo riteneva simpatico.
Non fece a tempo a tornare a casa che le sue pubblicazioni furono tolte dagli scaffali e lui ricevette il divieto di pubblicare libri o articoli nel Sultanato. Non lo arrestarono perché sapevano che si sarebbe creato un polverone a livello internazionale. Mohammed aveva uno straordinario talento e anche buon cuore . Era amato dall'Europa all'Asia passando per l'Africa.
Quando ci vedemmo, iniziò ad urlare : vedi Luisa ? Quando sono tornato, gli indiani della lavanderia vicino casa mia sono corsi a dirmi che avevano ascoltato l'intervista ed erano fieri di me. Il mio Paese invece ha pensato come prima cosa a tapparmi la bocca.
Come la stragrande maggioranza degli omaniti, non ce l'aveva con il Sultano ma con tutti quelli, poi cacciati proprio da Sua Maestà, che lo imbrogliavano per tenersi una fetta di potere.
Amava profondamente la vita e il suo Paese. E soprattutto il suo essere cittadino del mondo.
Da lui ho imparato ad amare la letteratura europea e le piccole cose.
Mi mancherà.

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