«L’Italia era andata per suonare il piffero ed è tornata suonata. Se si è trovato un accordo minimale e fragilissimo Io si deve all’opposto delle alleanze in campo, per iniziativa degli odiatissimi francesi mentre l’amatissimo gruppo di Visegrad ha messo all’angolo il nostro Paese. E d’altronde non poteva essere diversamente. Se la tua impostazione è nazional-populista ti scontri con gli interessi di altri Paesi, inconciliabili tra loro, confini contro confini. L’Italia era andata per chiedere maggiore condivisione ed è tornata abdicando totalmente a questa richiesta, scambiando l’obbligatorietà con la volontarietà». Marco Minniti
L'immigrazione non è un'emergenza, come giustamente sottolinea l'onorevole Minniti, ma è una carta importante da giocare per risolvere altre questioni.
Quella dei centri di accoglienza è una idea vecchia come il cucco.
Fu pensata da Blair e ripresa anche dai tedeschi.
Il fatto che fosse di difficile implementazione, allora non era un problema.
A telecamere spente si riuscivano a trovare argomenti convincenti .
Oggi sia i Paesi dell'est europeo che quelli africani sono consapevoli del proprio ruolo e anche delle conseguenze negative derivanti dall'accettazione di certi tipi di contrattazione.
Il secco no dei Paesi del Maghreb e la vittoria di Orban sono il segno dei tempi.
L'aspetto positivo del flop italiano di Brussells è che il ministro Salvini avrebbe dovuto finalmente comprendere che si è scelto l'alleato sbagliato per difendere gli interessi dell'Italia.
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