domenica 3 giugno 2018

La controffensiva dialettica di Hayat Tahrir

Le politiche portate avanti dalla nuova amministrazione ricalcano in pieno le precedenti.
Non solo quelle di tipo militare, con bombardamenti continui che prendono di mira le masse sunnite costringendole a migrare, ridisegnando così anche le mappe della regione. Ma anche contrarie ai diritti esercitati dai sunniti di esprimere il proprio dissenso attraverso la pratica politica.
Questo orientamento non fa altro che venire in aiuto dell'Iran che, dall'Iraq allo Yemen, persegue i suoi schemi settari.
In Siria questo atteggiamento da parte americana ha favorito la crescita di Isis, permettendogli anche di inquinare la rivoluzione. A livello politico, con la scusa della non interferenza, gli Stati Uniti hanno concesso spazi ai russi e licenza di compiere stragi di civili in modo da consentire ad Assad di reclamare il suo potere. Una chiara conferma di questa linea, è stato il blocco del sostegno dato ai ribelli cosiddetti moderati. L'attacco chimico a Ghouta è stata la prova concreta di quanto poco gli Stati Uniti siano interessati a sostenere la rivoluzione.
La designazione nella lista terroristi di Hayat Tahrir non può che ribadire il sostegno americano ad Assad e all'Iran.
Abbiamo più volte messo in chiaro di essere una formazione autonoma e independente da tutti. Soprattutto da Al Qaeda. A nessuno Hayat Tahrir permetterà di arrecare danno alla popolazione di Shaam. Siamo parte ed estensione della nazione islamica. 
Hay'ah è parte di una coalizione di formazioni di ribelli che hanno iniziato a combattere nel nome dei principi della rivoluzione scoppiata nel 2011. E che nel tempo si sono ritrovati uniti al servizio della popolazione e a combattere contro Isis.
Siamo sempre stati disponibili a prendere parte ad iniziative congiunte tese a realizzare gli obiettivi della rivoluzione e della jihad. Aspiriamo ad avere rapporti di collaborazione con i Paesi confinanti per lavorare assieme per il conseguimento della stabilità della regione.
A fronte di una decisione arbitraria, chiediamo all'amministrazione americana di fornire la prova concreta in base alla quale è stata emessa la designazione.
Allo stesso tempo rivolgiamo un appello agli Stati Uniti affinchè non concedano un lasciapassare di tipo politico all'Iran che può metterlo in condizione di usare con maggior vigore metodi criminali e brutali. Non commettete l'errore delle precedenti amministrazioni.
Ci rivolgiamo infine alla gente di Shaam.
Cittadini, elite, accademici, gruppi di combattenti.
Siamo assieme a voi impegnati nella lotta di liberazione. 
Non lasciatevi ingannare da un fraseggio fuorviante.
E concludo confermando la nostra volontà di proseguire il percorso politico e militare intrapreso all'interno della rivoluzione del Levante.
Dipartimento Affari Politici

Alle fazioni che si avvicineranno a noi anche solo per una distanza che equivale alla lunghezza di una mano, noi risponderemo con l'accoglienza che può offrire un braccio.
E se qualcuno ci vuole affrontare con cattive intenzioni, non ci troverà impreparati.
La relazione che abbiamo con la Turchia poggia sulla Sharia e su tutto quanto può essere di supporto alla nostra rivoluzione . La jihad di liberazione dai tiranni e la protezione dei muhajereen rimangono i nostri punti fermi. Le postazioni turche non costituiscono in alcun modo un ostacolo alla nostra battaglia per la libertà.
Shaykh Abu Mohammed Al Joulani

Hayat Tahrir Al Sham non ha mai accettato compromessi sui principi religiosi da osservare e ha sempre sacrificato sangue e benessere per la religione stabilita da Allah, la Sharia e la difesa del popolo sunnita di Shaam. Nel tempo ha sempre rifiutato di unirsi a progetti, proposti dall'interno, che avrebbero cambiato l'identità del gruppo. Sia l'idea dell'ingresso in un esercito di portata nazionale che la cessione di territori ad entità straniere sono sempre stati accantonati con decisione.
La designazione conferma l'ostilità contro l'Islam e i suoi appartenenti. Quelli che noi sempre difenderemo. E se riflettiamo su noi stessi e questa designazione, la stessa che colpisce i talebani, essa non potrà che renderci migliori e più determinati.
La consideriamo un dono di Allah per spingerci a fare meglio.
Shaykh Abu Fath Al Farghali 

Nello studio dell’evoluzione di un gruppo jihadista, in particolare per tutto quanto concerne la comunicazione, bisogna tenere presente la differenza tra i vertici e la base riguardo ai compiti e agli obiettivi.
Sin dal primo ingresso per l’implementazione delle de-escalation zones nel nord della Siria, Shaykh Al Joulani era molto ben disposto nei confronti della Turchia. Aveva compreso di avere a disposizione la scelta migliore nel lungo periodo per stabilire un'alleanza stabile e proficua. Ma la resistenza strenua opposta dai ranghi militari lo costrinse a limitare l’appoggio del gruppo alla scorta offerta alle truppe per muoversi all’interno di Idlib.
Dal discorso recente tenuto davanti ai combattenti in Badia, e anche dall’intervento di una delle guide spirituali più stimate di Hayat Tahrir (Shaykh Al Farghali che è un reduce delle prigioni di Mubarak), pare ancora esserci qualche diffidenza.
Ma l’uscita allo scoperto con l’intervista del direttore dell’ufficio politico che rendeva nota e necessaria la collaborazione con la Turchia, lascia intuire che il processo d’ora in poi sarà più agevole. Oltre alla garanzia che il gruppo non perderà identità e libertà operativa, gli uomini di Al Joulani possono ritenersi soddisfatti di avere un alleato che fornirà loro copertura militare e politica tali da renderli competitivi anche nell’arena regionale.

Non è la prima volta che Nusra/HT risponde alle accuse mosse da rappresentanti di governi occidentali. Mai però l'ufficio politico si era rivolto in maniera così diretta e decisa all'interlocutore, chiedendo prove concrete e facendo una dettagliata ricostruzione storica degli eventi, per sottolineare il torto della controparte.
Questo salto di qualità è stato impresso dall'impiego del dottor Yousuf al Hajar alla direzione del dipartimento per gli affari politici. Secondo fonti siriane sarebbe originario delle aree nord-orientali ed è uno dei componenti di Nusra della prima ora.
E' significativo anche il fatto che per la prima volta siano state distribuite traduzioni del comunicato in inglese, turco e russo.
Non si è trattato solo dell'esigenza di difendere il gruppo da accuse che solitamente causano perdita di fondi e sostegno sia a livello locale che internazionale.
Ma della dimostrazione che Hayat Tahrir è una formazione sorretta da una ideologia e può essere per gli Stati Uniti, oltre che per gli attori regionali, un buon partner e consigliere.
Il ragionamento sull'Iran è lungimirante. La strategia americana, di continuare a sostenere Assad ma allo stesso tempo di cercare di contrastare le velleità iraniane, è destinata a fallire perché nessuno dei due si separerà dall'altro. Il sostegno ad Assad è sostegno all'Iran.
Il che significa settarismo, divisioni, caos. Quindi anche terrorismo.
Sono valutazioni che un tempo, spesso senza essere tenute in debito conto, le monarchie sunnite erano solite fornire al partner americano. I giovani principi arabi invece, preferiscono l'approccio militare che inevitabilmente condurrà verso un conflitto mondiale.
Il sostegno ai sunniti impegnati nella rivoluzione potrebbe costituire una valida alternativa per scongiurare scenari apocalittici.

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