giovedì 21 giugno 2018

Dopo la lettera, il twitter storm

Stessa narrazione social usata dall'Idf.
Dallo Yemen al Consiglio di sicurezza, quella che una volta era una superpotenza a difesa dell'ordine mondiale ora è in balia d'Israele e Arabia Saudita.
Nel contesto iraniano è più efficace la strategia social messa in atto dalla squadra del generale, in questi giorni in visita a Karbala.
Non per il solito pellegrinaggio, ma per supervisionare i lavori di ampliamento della cupola del santuario dell'imam Husayn.
Messaggio potente rivolto alle masse sciite della regione.
I tweet di Pompeo, con campagna stampa annessa, al massimo possono entusiasmare qualche dissidente iraniano in esilio.
Gli americani insistono nel voler comprendere il medio-oriente a modo loro.
Lo stesso Netanyahu non riesce ad andare al di là della rimozione fisica delle milizie iraniane e libanesi.
Oltre al fatto che dovrebbero essere molti di più dei circa 18000 calcolati, e l'intelligence russa nemmeno è a conoscenza di dove sono dislocati, non è uno spostamento che potrà mai cancellare il ponte tra Teheran, Damasco, Baghdad e Af-Pak. Chiamarle milizie è riduttivo. Si tratta dello squadrone di Soleimani.
Un uomo con un sogno e un progetto per unire i popoli.

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