La minaccia non è una minaccia temporanea.
Non è una situazione che si risolverà nel tempo.
Anzi. ....ci dovremo confrontare con seconde e terze generazioni.
RadioRadicale
Finchè c'è guerra, e la politica non esce dallo status quo nelle zone calde, il business dell'antiterrorismo è assicurato.
Si tratta di una questione che non riguarda solo i musulmani.
Il parallelismo tracciato a proposito dell'approccio verso l'azione, posto in essere dalle aree eversive di sinistra, risulta decisamente brillante. Tutti coloro i quali sono votati ad una causa che richiede la spettacolarizzazione, non tanto per fare sì che si arrivi ad una soluzione ma per sentirsi determinante, possono essere inclusi in questa sfera.
L'emarginazione, di qualsiasi tipo essa sia, è la spinta verso un impegno più sostanziale che spesso vede la violenza come unico modo per essere realizzato.
In questa sua seconda uscita pubblica, caratterizzata da un intervento molto articolato, viene confermata la percezione di un Blengini roccioso. A tratti aggressivo quando espone le proprie tesi ed esalta l'operato delle agenzie piuttosto che il suo.
Questo è quello che evidentemente non piace a chi di tanto in tanto, quando si creano polveroni mediatici che lo vedono protagonista marginale, ne approfitta per fargli lo sgambetto. E che ha fatto pensare al dottor Megale a trame insidiose messe in atto dalla sua vecchia conoscenza.
Il vicedirettore dell'Aisi è una persona meticolosa. Con una profonda conoscenza dei fenomeni di cui si occupa. E' capace di valutare attentamente anche aspetti poco attinenti al campo investigativo per poi trarne gli elementi utili per il proprio lavoro.
Se proprio si deve coniare un epìteto, piuttosto che ruvido gli darei del rompiscatole.
Che nel suo caso ha comunque accezione positiva, visto che torna utile per prevenire il botto.
Importante è la sottolineatura circa il lavoro di prevenzione basato sul "caso per caso" piuttosto che su un generico monitoraggio. Sarebbe anche interessante sapere quanto efficace è il follow up sugli espulsi con le agenzie straniere di riferimento.
Poichè seguo diversi scenari tra quelli d'interesse, dall'area Af-Pak all'Africa, mi concedo un pò di scetticismo. A fronte di un who's who decisamente variabile, e con poliziotti e agenti segreti che spesso sono parte integrante di organizzazioni criminali e terroristiche, conviene sempre seguire, o anche agganciare, gli espulsi sui social. Molti di loro sono presenti tra Facebook e Twitter.
Per quanto riguarda lo studio dell'Ispi, decisamente uno degli istituti più prestigiosi a livello mondiale, mi permetto di consigliare di prendere qualsiasi tipo di ricerca di questo genere, con più di un pinch of salt. E di limitare l'attenzione ai dati.
Spesso nemmeno questi sono attendibili.
I think tank sono organismi che promuovono gli interessi particolari di governi, lobby e aziende.
E i cosiddetti esperti che vi lavorano hanno anche limitate capacità di valutazione.
Ci sono PhD che conoscono alla perfezione l'arabo, l'esegesi coranica e la storia meglio di un musulmano nato e cresciuto. Eppure si stupiscono se Shaykh Al Attoun, da sempre ai ferri corti con Shaykh Al Maqdisi, gli fa le condoglianze per la morte della madre.
L'abbicì del dovere religioso.
E' importante per un investigatore fare affidamento sulla propria preparazione.
L'affermazione di un dichiarante o collaboratore di giustizia, in una delle inchieste chiuse di recente, secondo il quale lui ed altri si sarebbero uniti a Nusra perché era un gruppo compatto, fa sorgere dubbi sulla credibilità. Tutto si può dire di Nusra, ma non che fossero compatti. O forse si riferiva ai vertici. E' difficile comunque che fossero in quei giri.
Il patrimonio umano e professionale lasciato in eredità dai ministri Alfano e Minniti è di inestimabile valore. C'è da sperare che il nuovo corso ne faccia buon uso.

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