martedì 22 maggio 2018

The velvet Ambassador

La definizione guanto di velluto e pugno di ferro, tra le tante coniate per lui dalla stampa in questi anni, è quella che più gli si addice.
Questo signore dai tratti nobili e le movenze garbate, nasconde grinta e capacità che non hanno eguali. E che mette sempre al servizio dell'interesse nazionale.
Se per coraggio s'intende fare la cosa giusta al momento giusto e nei modi più appropriati, di certo l'Ambasciatore Massolo ha coraggio da vendere. E' stato l'unico tra i capi d'intelligence a dichiarare che i servizi sono impegnati nel contrasto al terrorismo ma non sono contro l'Islam e i musulmani.
Se accettasse un incarico da Ministro degli Esteri, sarebbe il segnale che il governo di cui si parla tanto in questi giorni ha delle basi solide per rendere un servizio al Paese.
Certo le sfide che lo attendono non sono poca cosa.
C'è da mettere un po' d'ordine tra i malumori di quella Farnesina di cui lui è da sempre principe indiscusso. Ricostruire una politica estera che si basa attualmente su scambi commerciali e vendita di armi. E che porta a celebrare nei saloni dei mall extra-lusso, piuttosto che nella residenza dell'Ambasciatore o in Ambasciata come tradizione vuole, gli anniversari importanti per la nostra amata Repubblica.
L'Ambasciatore Massolo può restituire credibilità ed incisività al governo italiano senza lasciare che i compiti di rappresentanza e le dichiarazioni di alleanza siano affidati ai capi militari.
Lui che è stato tra gli artefici del progetto libico, deve prendere atto del fatto che ci sono molti errori anche da parte italiana da correggere. Una dichiarazione in forma anonima, fatta dal funzionario della Farnesina di turno, che scarica tutte le responsabilità sulla Francia per nascondere incapacità proprie, non è degna del nostro Paese. Persino Ghassan Salamè ieri, nel corso del suo intervento al consiglio di sicurezza, ha sottolineato in maniera velata le implicazioni dell'approvazione del decreto 555/559.
Per il solo fatto di avere il sostegno degli organismi internazionali, non si può lasciare libero il governo di Tripoli di affidarsi ad illegalità e abusi.
Queste e tante altre sono le sfide che attendono il Ministro Massolo.
Pur consapevole del suo ruolo e del perimetro operativo nel quale può muoversi, l'ex capo spione più chic del mondo può costituire il marchio di garanzia di un governo che farà cose buone a dispetto dello scetticismo nutrito da più parti.

Foto Ambasciatore Giampiero Massolo, Raiuno

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