mercoledì 2 maggio 2018

The point

However, former deputy director of Mossad, Ram Ben-Barak, believes that members of the Israeli intelligence community were strongly opposed to Netanyahu’s exposure of the secret intelligence.“
I am convinced that an absolute majority of the intelligence and military officials were opposed to this presentation. What was the point? Apart from national pride, what was achieved by broadcasting it in such a dramatic way, as if you were unveiling a new and revolutionary mobile phone to the world.” irishtimes

“The Prime Minister and the head of the Mossad should have gone round in the White House, the Bundestag and the international community and presented it to them in closed forums,” Lapid said. timesofisrael

E' stato fatto anche quello.

Netanyahu aveva un obiettivo. Rompere l'accordo visto che nessuno gli dava retta sul fronte Hezbollah-Hamas-Siria. Nemmeno, o soprattutto, Putin.
Gli europei lo hanno avversato sin dal primo momento senza dare segni di cedimento.
A questo punto gli conveniva puntare tutto su Trump.
Sia lui che il direttore del Mossad sono stati diverse volte a Washington.
Ovviamente i dettagli dell'operazione in questione sono stati svelati solo quando era possibile.
La presentazione aveva il preciso scopo di impressionare ulteriormente Trump, per indebolire l'effetto ottenuto  dalle visite di Merkel e Macron, e di fare in modo che venisse messo sotto pressione sia dall'opinione pubblica che dalle lobby.
L'intelligence è al servizio del governo.
Quindi deve adattarsi alle esigenze del momento e degli interlocutori.
Oggi, per quanto possibile, anche le operazioni più delicate devono avere un loro impatto mediatico.
Ne sa qualcosa Yossi Cohen il cui audio leakato in Gennaio, quello del discorso dinanzi alla commissione finanze, ha generato un doppio effetto. Innervosire l'Iran e procurare un incremento di budget all'agenzia. Inoltre i selfie che distribuisce sapientemente a seconda delle occasioni dimostrano che l'intelligence è ben consapevole delle conseguenze generate dalla spettacolarizzazione e se ne serve al bisogno.
Mettendo a confronto l'operazione iraniana con quella malese risulta interessante come lo stupore dei primi giorni, causato dalla nozione che il  dottor Batsh era impegnato in loschi traffici con la Corea del Nord, abbia lasciato il posto al dolore e ai racconti di amici e parenti che lo hanno descritto come un pio giovane al servizio della comunità. Non è una coincidenza che la polizia tunisina abbia deciso di rendere noto proprio adesso il fatto che in Marzo gli assassini di Mohamed Zaouari sarebbero stati rintracciati e che le autorità bosniache non stiano collaborando. Sulla scia della fama acquisita dal Mossad in materia di omicidi sperano forse di fare pressione.
Si può criticare Netanyahu perchè non riesce a comprendere che mantenere il JCPOA può aiutare anche la sua causa. O per avere fatto passare in secondo piano i crimini efferati di cui si rende artefice l'Iran dallo Yemen all'Europa.
Ma bisogna dare atto a lui e Cohen di avere messo in atto la strategia migliore nel contesto.

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